“Voterò sì, ma torniamo indietro invece di andare avanti”. Parla con amarezza Loredana, 37 anni di cui tredici a Mirafiori. “Anche mio marito lavora qui, e abbiamo due figli – racconta – Con i nuovi turni e le pause ridotte non ci vedremo più. Sarà un disastro”. Prevale la paura tra i lavoratori che dalle 22 di questa sera voteranno l’accordo su Mirafiori. Ma i no non mancano. “Voterò no, non c’è altra scelta”, confessa un operaio mentre attraversa i tornelli all’ingresso della fabbrica. E gli sale la rabbia: “Con i tagli delle pause aumenteranno infortuni e malattie”. Molti non hanno voglia di parlare. A testa bassa, tra i microfoni e le telecamere, la maggior parte tace. “Come vuole che stiamo – si stizzisce una donna – dopo 33 anni di lavoro qui dentro ho la pistola puntata alla testa”. di Franz Baraggino

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