“Non ci sono notizie tranne il 5 per mille”. Così ha detto ieri pomeriggio il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, durante l’incontro di fine anno con i giornalisti. Brindisi pacati vista l’aria che tira, tagli di qua e tagli di là, ma tutti volevano sapere se l’agognato Milleproroghe, ultimo provvedimento dell’anno capace di incidere con effetto immediato su piccole e grandi questioni nazionali, contenesse qualche sorpresa.

Tremonti ha spiegato che l’unica nota saliente è il contributo agli enti no profit: anche stavolta otterranno materialmente quanto gli italiani hanno loro attribuito tramite il 5 per mille. “Si tratta di 300 milioni di euro – ha detto il ministro – che sommati ai 100 milioni già stanziati nella legge di stabilità, raggiungeranno complessivamente la somma di 400 milioni di euro per il 2011. Esattamente la stessa somma del 2010?

Insomma, come promesso dallo stesso Tremonti con una lettera inviata al Fatto Quotidiano, non verranno sacrificati alla crisi enti di ricerca e gruppi di volontariato: stamattina sul tavolo del premier Silvio Berlusconi ci sarà l’atteso reintegro. “Bene così, anche se fino a quando non vedo coi miei occhi il decreto firmato e timbrato non sto tranquillo” commenta Marco Granelli, presidente del coordinamento degli enti no profit Csvnet. Ma c’è il timore che attorno a questa decisione del governo si materializzi soprattutto un effetto-spot. “Naturalmente siamo tutti contenti che Tremonti torni a stanziare la cifra assicurata negli ultimi anni – continua Granelli – ricordo però che l’erogazione materiale dei fondi agli enti accreditati è ferma al 2008. Ovvero mancano in toto le somme del 2009 e del 2010. Temo non siano ritardi tecnici, dato che la procedura è ormai è piuttosto semplice e rodata. Probabilmente sono le difficoltà economiche a rallentare la distribuzione. E poi resta il dramma dei fondi per il sociale, passati dal miliardo e mezzo del 2010 ai 350 milioni del 2011. Ci auguriamo venga convocato un tavolo urgente per analizzare la situazione nel suo insieme: al di là del singolo provvedimento, qui c’è un sistema in crisi con ricadute pesantissime sui cittadini”.

Oltre ai 300 milioni prima spariti e poi recuperati, il Milleproroghe prevede anche il mantenimento delle agevolazioni postali per i materiali editoriali prodotti e inviati da associazioni senza scopo di lucro. Aiuti prorogati a tutto il 2011 anziché bloccati definitivamente, come si temeva: un provvedimento che certamente aiuta le onlus, ma anche i partiti e i sindacati.

Con quali soldi si farà tutto ciò? Non è affatto chiaro, e il sottosegretario Luigi Casero, da settimane in prima linea nel definire gli aspetti più pratici della questione, ieri non ha aperto bocca: toccherà a lui lavorare in queste ore per trovare la quadratura di un cerchio sempre più stretto.

Un’ipotesi più volte ventilata è che le risorse per rimpolpare il 5 per mille possano provenire dai tagli all’editoria, anche se l’ultimo allarme sulla sparizione di bonus è toccato ieri ai distributori di benzina. I rappresentanti di categoria chiedono anche per quest’anno il rinnovo dell’ormai ventennale sconto fiscale, minacciando immediatamente scioperi e manifestazioni proprio nel bel mezzo del periodo festivo: “Si tratta di una situazione – si legge in un fax urgente inviato al sottosegretario Gianni Letta e al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani – che “porrebbe l’intera categoria in uno stato di grande sofferenza e una gran parte direttamente nelle condizioni di dover rinunciare alle proprie attività”.

Così un po’ della poesia sparsa ieri in via XX Settembre si è volatilizzata in un attimo: “È Natale e questa del 5 per mille é una buona notizia che voglio dare subito” aveva detto con una certa soddisfazione il ministro davanti alla stampa. Forse senza tener conto del fatto che, per una buona nuova in arrivo, ce n’è una brutta che spunta subito sotto.

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