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Se la ‘ndrangheta entra in Consiglio regionale

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La settimana scorsa tre candidati alle regionali in Calabria di marzo, presentati nella circoscrizione di Reggio Calabria, sono stati raggiunti da un avviso di garanzia con l’accusa di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa e associazione mafiosa. Sempre nella scorsa settimana l’ex sindaco del Comune di Siderno, anche lui candidato alle regionali, è stato fermato con l’accusa di associazione mafiosa. Oggi l’operazione “Reale3” ha portato all’ordinanza di 12 custodie cautelari in carcere, indirizzate, tra gli altri, a un consigliere regionale in carica e quattro candidati sempre alle regionali. L’accusa della Direzione Distrettuale Antimafia reggina è di associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose.

Prima della presentazione delle liste, sottoponendomi al pubblico delirio, a querele e denunzie, in una intervista rilasciata a Sandro Ruotolo per la puntata di Annozero del 7 gennaio, ho fatto i nomi di possibili candidati che avrebbero potuto raccogliere i consensi della ‘ndrangheta, la quale vota e fa votare. A liste presentate ho comunicato ufficialmente che mi sarei astenuta dal voto, considerato che all’interno delle liste avevo constatato il mancato rispetto del codice di autoregolamentazione sulle candidature, approvato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, della quale sono componente. Il mio comportamento e le mie denunzie sono state considerate offese personali da parte del governatore Scopelliti, ed oggi, per aver chiesto al presidente del Consiglio dei Ministri e al ministro dell’Interno l’applicazione dell’articolo 126 della Costituzione Italiana (cioè lo scioglimento e la rimozione) per il Consiglio regionale calabrese, i senatori e qualche deputato del Pdl, mi accusano di “giustizialismo”, piuttosto che stigmatizzare il comportamento o prendere le distanze da tutti gli accusati.

E’ vero che il consigliere in carica è solo uno, ma ben altri otto candidati hanno contribuito ad eleggere l’attuale consiglio regionale della Calabria con il voto di scambio. Senza, peraltro, sottacere che al momento sono stati colpiti – non tutti, penso – candidati ed eletti della provincia di Reggio Calabria e che potrebbero essere in corso anche indagini della Dda di Catanzaro, le cui competenze abbracciano le altre quattro province della Regione. Con quale criterio, mi domando, il governatore Scopelliti potrà continuare a parlare di legalità, di trasparenza e di antimafia? Con quale criterio, mi domando, il governatore Scopelliti si potrà permettere il lusso di esprimere, stando seduto accanto al consigliere regionale oggi arrestato, giudizi critici sulla mia attività di contrasto alla ‘ndrangheta?

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