Il disegno di legge anticorruzione proposto da il Fatto Quotidiano incassa il sostegno di Futuro e Libertà, Italia dei Valori e Partito Democratico. Fabio Granata, Antonio Di Pietro e Luigi Zanda, infatti, si sono impegnati a sostenerlo nella riunione dei capigruppo della Camera per fare sì che possa così arrivare alla discussione e al voto in aula.

“Questo disegno di legge dobbiamo firmarlo tutti insieme: Pd, Idv, Fli e anche l’Udc. Casini vedremo di convincerlo. Insieme possiamo portarlo alla riunione dei capigruppo e farlo mettere all’ordine del giorno dei lavori della Camera”. Dalla festa de Il Fatto in corso a Marina di Petrasanta, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro sottoscrive in questa maniera il ddl presentato da Marco Travaglio nell’inserto speciale del Fatto quotidiano (LEGGI)“.

Sostegno pieno anche da Fabio Granata: “Io ci sto. Noi ci stiamo. Lo voteremo e lo sosterremo”. Il deputato di Futuro e libertà per l’Italia ha sottolineato che questo deve essere un primo passo, perché “noi vogliamo andare avanti”. E ha aggiunto: “C’è una collusione con le mafie che riguarda tutte le forze politiche e dobbiamo lavorare per eliminare la corruzione”. Durante il dibattito Marco Travaglio ha sottolineato come questo ddl sia “indispensabile anche da un punto di vista economico”. E ha ricordato: “Con la sola inchiesta sui furbetti, lo Stato ha portato a casa un miliardo di euro”. Presenti sul palco anche Francesco Greco, procuratore aggiunto di Milano e il sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi.

Il ddl anti corruzione, per arrivare in aula, deve passare dalla riunione dei capigruppo e poi essere inserito nel calendario dei lavori parlamentari. Per riuscirci deve essere approvato dalla maggioranza dei capigruppo. Pd, Idv, Fli e Udc potrebbero “muoversi compatti su questo punto” ha detto Di Pietro, pur sottolineando che di Casini “non mi fido granché, quelli si astengono sempre”. Granata si spinge oltre. “Voglio capire come farà la Lega a non sottoscrivere un ddl anticorruzione, ma anche lo stesso Pdl dovrà spiegare perché non pensa doveroso accompagnare un provvedimento che punta alla legalità”. L’iter prevede che una volta votato dalla maggioranza dei capogruppo sia Gianfranco Fini, in veste di presidente della conferenza dei capigruppo, a calendarizzarlo. Così, ha detto Di Pietro, “Fini può azzerare tutte le leggi e leggine ad personam che il premier è riuscito a crearsi anche grazie al suo contributo”.

L’ex pm sottoscrive “nella sua totalità” il testo del ddl illustrato da Travaglio. “Il Fatto ha ripreso dei disegni di legge presentati negli anni da diversi partiti e abbandonati. Partendo anche da un provvedimento che presentammo a Cernobbio nel 1994 – ha ricordato il leader dell’Idv – e ideato dopo tangentopoli. Avevamo ricostruito i giri di corruzione, i giri dei fondi neri. Sapevamo come agivano e pensavano coloro che la davano e coloro che la prendevano, la mazzetta. Fu scritta a più mani”. Oggi, ha aggiunto Di Pietro, “bisogna stabilire un sistema che rompa il patto tra corruttore e corrotto. Un sistema che preveda l’arresto immediato per i condannati; che se non tu confessi ma poi si scopre che non hai detto tutto la pena aumenta di due terzi e soprattutto che nel momento in cui ci sono gli elementi per condannare una persona allora la prescrizione non deve esistere più”.

Inoltre si deve “introdurre anche il reato di corruzione tra privati. I soldi non nascono con la frutta, i soldi da qualche parte arrivano e arrivano dal falso in bilancio, quindi va cancellata la porcata fatta in questi anni”. Obiettivo principe rimane “votare per sfiduciare Berlusconi”, ha concluso Di Pietro. Marco Travaglio ha poi sintetizzato il ddl illustrato nell’inserto di ieri del Fatto. “Le mani in tasca alle cricche”, ha detto. “Loro le mani ce le stanno mettendo al collo, almeno a quelli che pagano le tasse. Dato che lo Stato non funziona gratis le mani le mettono nelle tasche di chi le tasse le paga. E’ ovvio che la lotta alla corruzione non può farla Berlusconi, figuriamoci. Combattere la corruzione pensando che a farlo sia l’uomo delle mafie è una contraddizione”, ha detto. L’Italia è “tenuta in ostaggio per una sola persona, entrata in politica per risolvere i suoi guai giudiziari e i suoi debiti. E le sue due promesse se l’è mantenute, salvandosi dai processi e assicurando guadagni alle sue aziende. E’ chiaro che la corruzione aumenta, che cresce l’evasione fiscale, che si gonfino i patrimoni delle mafie che usano lo scudo fiscale. Ha messo lo Stato nelle mani di personaggi improbabili, la scuola alla Gelmini, a Bondi la cultura.

Perché a lui non interessa”. Con una legge come “quella che proponiamo – ha aggiunto – dove sarebbe la nostra classe politica?”. La risposta è arrivata dalla platea che, in coro, ha gridato: “In galera”. E “mica solo Berlusconi”. Perché, ha spiegato Travaglio, “lui è solo l’ombrello. Pensate agli alti gradi delle forze dell’ordine, al mondo finanziario. Il comandante dei Ros (generale Giampaolo Ganzer, ndr) è stato condannato a 14 anni di reclusione per droga. E tutti gli hanno espresso la loro solidarietà. Pensare che se un ragazzo vuole fare l’allievo dei Carabinieri deve dimostrare di non avere fino al terzo grado di parentela nessuno sotto inchiesta. O gli imprenditori. La prima fila di Confindustria sembra l’ora d’aria di San Vittore”. Certo è che “la lotta alla corruzione si potrà fare quando Berlusconi non sarà più premier”, ha concluso. In questi anni, ha confermato Alessandro Greco, “siamo andati in direzione opposta a quella della lotta alla corruzione. Abbiamo persino preso in giro l’Ocse su una legge anticorruzione internazionale”.

Serve dunque un’inversione di tendenza netta. “E con questa proposta di legge potremo costringere l’aula ad affrontare l’argomento in modo chiaro”, ha detto Di Pietro. “Alla riunione dei capigruppo dobbiamo presentare un provvedimento secco e vedremo poi chi vota e chi non vota”. Perché “finora – ha concluso Travaglio –  l’agenda politica è stata impegnata dal modo per salvare le chiappe a Berlusconi. Noi vogliamo che ora si passi al modo per salvare le nostre di chiappe”.

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