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Killing Homophobia!

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Quella del 2010 è stata un’estate agghiacciante per le coppie gay in vacanza. Fatico a rammentare i luoghi (mi pare che nel novero siano presenti mete turistiche considerate “sicure” per gay e lesbiche: Torre del Lago, Viareggio ecc.), ma gli episodi li ricordo bene.

Due gay cacciati dal bagnino perché intenti in effusioni; due gay cacciati da un locale da un vigile perchè abbracciati (Signor Vigile, guardi che non è mica vietato!); infine, due ragazzi picchiati a Pesaro all’inizio di agosto, altri due a Padova alla fine di agosto, e così via.

Un’estate che si apre e si chiude all’insegna dell’omofobia. Un problema di ordine pubblico, insomma, se c’è gente che va in giro a menare delle persone senza motivo. Già, perchè non c’è nessun motivo per cui uno dovrebbe picchiare due ragazzi perché si tengono per mano o si baciano. Ti dà fastidio? Per carità, quante cose ci danno fastidio ma mica reagiamo a botte! Certo che se ci si mettono pure i vigili a dar sfogo all’omofobia “in nome della legge”…

L’omofobia è un problema sociale che deve essere fermato prima che uccida ancora. Già, perché l’omofobia uccide. Se non ti uccide di botte, ti uccide dentro. Paura, terrore, solitudine. Ecco cosa si prova oltre al dolore fisico.

Ma ci pensate? Un’intera categoria di persone, stigmatizzata da sempre, deportata e ammazzata dai nazisti nei campi di sterminio, riempita di insulti da secoli, che all’epoca delle democrazie e dei diritti, nella modernità della civilità, deve ancora temere di mostrarsi.

E il nostro governo, di fronte a un problema dilagante, cosa fa? Fa come la ministra per le pari opportunità Mara Carfagna, che prima davanti al Presidente della Repubblica nella giornata contro l’omofobia si pavoneggia di aver finalmente compreso che occorre agire contro l’omofobia e poi, al meeting di Cl, ignorando i moniti europei, dice che i diritti delle coppie gay e lesbiche non sono una priorità. Come si chiama quando uno dice quello che il proprio interlocutore vorrebbe sentirsi dire?

Il silenzio, cara ministra, è un atto politico. Questo governo ha la responsabilità del silenzio, della violenza e di tutto questo schifo. Ci resta solo un corso di autodifesa: chissà se la Ministra della contraddizione sarebbe disposta a pagarcelo.

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