L’Economist, settimanale britannico, polemizza con la Lega Nord. Il periodico ricorda un poster del partito di Bossi che mostrava “una barca piena di facce nere e marroni” e si vantava di aver bloccato gli sbarchi.  “L’ invasione – scrive l’Economist – potrebbe non essere stata fermata. Come la Caritas ha fatto notare questa settimana, anche nel 2008, quando gli attraversamenti del Mediterraneo erano al loro massimo, gli ingressi in Italia via mare erano comunque solo un quinto del totale stimato”.

Il numero, in edicola da domani, è dedicato ai problemi legati ai migranti verso l’Europa. Tra le misure adottate contro l’immigrazione illegale, il periodico cita anche l’accordo “controverso” tra il governo Berlusconi e la Libia, “che consente alle pattuglie italiane di respingere gli immigrati intercettati nelle mani della polizia di Gheddafi prima che essi abbiano la possibilità di chiedere asilo”. L’Economist ricorda che, “tra quanti tentavano di entrare in Italia attraverso il Mediterraneo, una percentuale alta era composta sempre da rifugiati politici. Nell’anno di maggiore afflusso, il 2008, quando vi furono 36mila sbarchi, tre quarti chiesero protezione umanitaria. Quasi la metà delle richieste venne accolta”, come si sottolinea nell’articolo.  “La realtà -secondo il settimanale- suggerisce che, in risposta all’accordo tra Gheddafi e Berlusconi, quanti in passato tentavano di entrare in Italia, stanno ora trovando più a est il loro ingresso in Europa, e più spesso via terra invece che per mare”.

L’Economist ricorda infine i 40 nordafricani giunti a Linosa l’8 agosto. Gli sbarchi non si sono interrotti del tutto.

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