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Dopo la nota, i veleni e i dubbi degli ex camerati

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Il giorno dopo la lunga nota di Gianfranco Fini sulla vicenda della casa di Montecarlo, si scatenano ancora più veementi le reazioni dentro il Pdl. Al gelo (per ora) di Silvio Berlusconi, ritenuto da Fini l’ispiratore attraverso i suoi giornali di una campagna mediatica contro di lui, seguono una serie di interviste agli ex compagni di partito del leader di Futuro e Libertà. In un’intervista su La Repubblica il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, ha dichiarato: “Scoprire oggi che una proprietà del partito è stata sfilata a quel modo non è accettabile. E’ oggettivamente imbarazzante”. Secondo Matteoli poi “la nota di Fini è tutta sulla difensiva, non chiarisce. E non modifica nulla”. Il ministro, ex An, dichiara inoltre che sulla vicenda dell’appartamento nel principato di Monaco “Come gli altri dirigenti di An, non ne sapevo nulla”. “Immagino – dice ancora – le difficoltà che avrà Fini d’ora in poi nell’occupare un ruolo di garanzia che richiede assoluta obiettività e serenità. Ad ogni passo gli contesteranno questa storia. Lo scontro sarà aspro alla ripresa. Ma è stato lui a pregiudicare la sua posizione”.

Al fianco del presidente della Camera, si schiera Italo Bocchino che dichiara sempre sulle pagine del quotidiano di Largo Fochetti: “Una vicenda ‘senza illeciti’, che fa però riflettere “sulla ossessiva campagna mediatica dei giornali del premier”, sul “metodo della bastonatura mediatica” cui “Berlusconi ha dato vita, o che ha tollerato con l’unico obiettivo di piegare Fini alla sua linea”. Ignazio La Russa invece sulle pagine del Corriere della Sera dice: “Seguo con tristezza la vicenda della casa a Montecarlo” interrogato sul fatto che quando l’appartamento fu venduto nel 2008 era lui il ‘reggente’ del partito, il ministro risponde: “Fini ha confermato che fu lui ad autorizzare il tesoriere del partito, Pontone, a vendere”. Anche se nell’ottobre del 2008 Gianfranco Fini era già presidente della Camera e aveva lasciato la presidenza del partito: “Mi dissero che esisteva un atto separato – dichiara ancora La Russa – dal quale risultava che era sempre lui responsabile dell’amministrazione del partito e del Secolo d’Italia. Quell’operazione immobiliare mi fu taciuta completamente. Non c’era l’obbligo di comunicarmi acquisti e vendite, ma il dovere politico direi di sì”.

Più duro il commento del segretario della Destra, Francesco Storace, che dal suo blog chiede e intima a Fini di dimettersi da presidente della Camera, “lasciare la ‘cadregà e sparire per un bel pò. Tanto, il rifugio ce l’hai. A Montecarlo”.

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