Spesso mi capita, come un viaggiatore dell’Ottocento, come un poeta – magari lo fossi –  come un letterato amante della vita – già ci vado più vicino – di viaggiare lo stivale dall’alto al basso, decidete voi qual è il basso e da che parte si prende. Vado negli alberghi, per le strade, nei bar, nelle piazze, sui treni e per vicoli di campagna ed osterie e ascolto mi viene naturale più del parlare di solito di se stessi.

Ma si sa l’essere bipede appoltronato e televisivo è spesso così e ascolto al bar Paradiso; a Finale Ligure; mentre il diversamente alto in televisione delirava: “Belan…fa più giri lui che gli stronzi nei tubi!” “Spara cazzate da pettinarsi coi sassi e mia sorella deve aspettare un mese per farsi operare…” e ancora “C’ha più bitume lui in testa che l’A14 nel tratto appena rifatto vicino Spotorno!”
“Quest’altro mafioso del mio belino che chiama uno che ammazzava la gente un eroe…ma chi cazzo l’ha eletto?”
“Sti quattro bottegari di merda belandi!”

Mi soffermo nel bar fuori infuria una discussione calcistica su Lippi e Cannavaro di cui mi giugnono spezzoni dolorosi: “…Adesso si accorgono dei vivai queste quattro fighe strapagate…che quando c’era Moggi gli baciavano il culo…”. Una partita di cirulla infervora gli astanti sono le dieci le colline intorno si scaldano fra poco il campo di bocce si riempirà e la discussione si placherà.
Ci sono cose più importanti di questi quattro stronzi che girano nei tubi, domani ritorno a Roma…e vi saprò dire.

Articolo Precedente

Apocaliss mo’

next
Articolo Successivo

A proposito del duomo in faccia

next