Quando Feltri ha massacrato Boffo, subito Berlusconi ha detto: mi dissocio. Quando Feltri ha azzannato Fini, Berlusconi ha detto: non condivido. Così dicendo è come se il premier avesse lasciato le impronte. Nel senso che Berlusconi ha ordinato a Feltri di massacrare Boffo e azzannare Fini? No, la tecnica è più sofisticata. Immaginiamo il seguente colloquio. Mandante: caro direttore dobbiamo rendere pan per focaccia. Direttore: capisco, non faremo prigionieri. Mandante: naturalmente io nulla so e dirò che lei ha agito di sua iniziativa e che io non approvo. Direttore: affare fatto.

La ragion di Silvio

Funziona così in tutti i sistemi di potere. Voi davvero credete, disse una volta un segretario di Stato americano, che la Cia ci informi di tutte le operazioni sporche che compie in giro per il mondo? A noi non deve essere detto nulla per nessuna ragione al mondo. La Cia opera in base a precisi protocolli predisposti per la sicurezza nazionale. Va, colpisce e ne paga, quando capite, le conseguenze. Certo, il paragone tra il più importante servizio segreto e i traffici di Berlusconi stride ma la logica è la stessa. Feltri non è uno stupido. E non avrebbe mai agito contro bersagli di questo calibro se non avesse avuto una sorta di licenza d’uccidere. Ma anche lui deve stare attento. Perché proprio come accade ai vertici di certe strutture adibite a lavori diciamo così, riservati, prima o poi qualcuno salta. Si chiama ragion di Stato. Oppure ragion di Silvio.

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