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Coltano, la messa in latino per i repubblichini

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Bisogna «combattere le idee dello stato liberale e dei comunisti» e «fronteggiare l’invasione islamica, per difendere le radici cristiane dell’Europa, grazie all’impegno di quelle crociate di cui ora la Chiesa si vergogna». Con queste parole don Giulio Maria Tam, il prete lefebvriano candidato di Forza Nuova pochi mesi fa alle elezioni comunali di Bologna, ha esortato una cinquantina di “nostalgici” dichiaratamente fascisti, che si sono dati appuntamento a Coltano (Pisa) per «commemorare i caduti della Repubblica Sociale di Salò, in un luogo dove altri repubblichini dovettero sopportare condizioni di vita durissime in un vero campo di concentramento».

Don Tam ha celebrato anche una messa in latino, in memoria e in gloria dei repubblichini. Tutto questo per l’ormai tradizionale “rimpatriata” dell’Unione nazionale combattenti della Repubblica Sociale Italiana, sostenuta da forze politiche di estrema destra e dal coordinamento pisano di Forza Nuova. A contestare la manifestazione ci ha pensato solo la rete pisana antifascista che ha promosso un presidio a poca distanza dai neri. Nel mezzo decine di poliziotti e carabinieri e alla fine, fortunatamente, nessuno scontro.

Dal campo di Coltano passarono 32 mila prigionieri degli americani, tra cui nomi celebri come quelli di Ezra Pound, Mirko Tremaglia, Luciano Salce e Walter Chiari. Il giornalista Mauro De Mauro, giovanissimo fascista della Decima Flottiglia Mas, riuscì addirittura a fuggire dal campo di Coltano, approfittando di un momento di confusione generato dalle visite dei parenti dei detenuti. E, infatti, secondo gli storici «gli Alleati ebbero un atteggiamento assai benevolo nei confronti di quei prigionieri», come spiega sulle pagine fiorentine di Repubblica il professor Michele Battini, docente di storia contemporanea all’Università di Pisa e membro del comitato scientifico nazionale degli Istituti storici della Resistenza, per cui paragonare quello di Coltano a un lager «non può che suonare come un’offesa a chi ha patito le atrocità dei veri lager nazisti e fascisti presenti anche in Italia».

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