Referendum costituzionale in sintesi e spiegato su due piedi

30 Settembre 2016

Alzatevi in piedi. Leggetele in piedi, queste righe, se volete sapere cosa si prova ad assistere a un dibattito pubblico sulla riforma della Costituzione. Un incontro organizzato a Savona dal comitato per il No. Leggetele in piedi o seduti per terra, su un tappeto colorato come quelli che i militanti hanno srotolato ieri sul lastricato di Corso Italia, in ossequio al divieto del Comune che nega le sedie a chi vuole assistere ai dibattiti – autorizzati – sui rischi che si corrono votando sì a queste riforme.

Essendo l’unica seduta davanti a decine di persone sdraiate a terra o lasciate in piedi – con Maria Gabriella Branca, anche lei relatrice – sono stata sintetica.

Più che convincere chi come me è contrario a questa riforma perché contrario all’idea che la governabilità, il risparmio, l’efficienza e gli altri eufemismi con i quali i fautori delle riforme propagandano la concentrazione del potere nelle mani di pochissimi votati da pochi siano valori da perseguire e non invece minacce per la democrazia, più che convincere quelli come me ho cercato di convincere quelli che la pensano all’opposto di me. Quelli che pensano che si debbano tagliare i costi della politica, tagliare i politici, eliminare i piccoli partiti e rendere più rapido il procedimento legislativo. Convincerli è facilissimo, perché questa riforma fa l’opposto di quel che promette: non elimina il Senato ma elimina la possibilità di eleggere i senatori; non assicura la governabilità poiché il fatto che sia solo una Camera a dare la fiducia non è affatto garanzia di stabilità dei governi (nell’Italia prefascista, quando solo la Camera votava la fiducia all’esecutivo, in 64 anni si sono succeduti 61 governi); non taglia i costi della politica (il ministro Boschi assicurava 500 milioni di risparmio. La Ragioneria dello Stato, che fa i conti per conto del ministro, ha fatto notare che il ministro aveva aggiunto uno zero di troppo), senza contare i costi per la giustizia amministrativa derivanti dai conflitti di attribuzione che la riforma solleva, con conseguente allungamento dei tempi di approvazione delle leggi.

Questa riforma delude principalmente chi è d’accordo con i principi che l’hanno ispirata. Il taglio dei costi, la riduzione dei tempi, le promesse mancate furbescamente inserite nel quesito del referendum (Renzi assicura il contrario: “Non è vero che il quesito è una pubblicità ingannevole!”, si è difeso, mostrando la scheda elettorale. Dopo averla recuperata nello spam). Fatto, potete sedervi.

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione