La polemica

Barbara D’Urso se la prende con Natangelo e con Il Fatto per una vignetta (mai uscita sul giornale)

Satira - Dopo i Giovani Pd e Facebook, la conduttrice fa un processo in tv. Il direttore Marco Travaglio: "Sarà nostra cura corredare le vignette con una nota a margine per spiegargliele da ora in poi"

5 Febbraio 2017

Il vignettista Mario Natangelo bandito da Facebook. Bersaglio di centinaia di messaggi su internet. Mentre il Fatto Quotidiano – al quale Natangelo collabora dal primo numero – veniva attaccato in tv da Barbara D’Urso. Tutto nasce da un vignetta che, peraltro, sul giornale non è mai stata pubblicata. È il 28 gennaio quando Matteo Renzi decide di dedicare l’assemblea Pd a Jessica Tinari, morta a Rigopiano: “Era una giovane democratica. Il padre mi ha detto: abbiamo perso una figlia che credeva nel cambiamento”.

Natangelo disegna una vignetta intitolata “Lo sciacallo”, che compare sul suo sito personale e sul suo blog. Titolo: “Il ritorno di Renzi”. Ecco l’ex premier che gronda lacrime e dice: “Una delle vittime era una giovane democratica. Abbiamo perso un voto. Certo, magari gli altri 28 erano del M5S…”.

“Una vignetta”, spiega Natangelo, “riferita a Renzi, non alle vittime”. Dopo tre giorni Natangelo riceve su Facebook un messaggio dei Giovani Democratici: “Caro Natangelo, con la vignetta non hai attaccato Renzi, ma hai ferito noi e la comunità di cui facciamo parte… ricorda che non sempre il cinismo è sinonimo di acume”. Natangelo risponde subito: “I Gentili Democratici mi danno del cinico (quindi cinico non è chi usa i morti per la propaganda politica ma il vignettista che lo dipinge per quello che è)… ringrazio i Gentili Democratici per la lettera e mi spiace per i morti (tutti): lasciateli riposare”. Ma ormai Natangelo è diventato un bersaglio. Piovono centinaia di messaggi di insulti: “Che merda di post”, “Pantegane”, “Travaglio merdaccia”. Ma non mancano messaggi minacciosi: “Due schiaffoni glieli darei a questo schifo umano”.

Marco Travaglio, direttore di questo giornale, interviene per difendere il vignettista: “Purtroppo nel Pd, come già per la vignetta di Mannelli sulla Boschi, ci sono troppi dirigenti che non capiscono le battute. Sarà nostra cura corredare le vignette con una nota a margine per spiegargliele da ora in poi”.

Due giorni fa la trasmissione di Pomeriggio 5 Barbara D’Urso ospita Mario Tinari, il padre di Jessica, che si è sentito offeso e attacca Travaglio e il Fatto. E D’Urso interviene: “Credo sia abbastanza di cattivo gusto per fare satira dire che una delle vittime era iscritta al Pd. Non puoi ironizzare sulle vittime per attaccare un politico. Voglio pensare che la pubblicazione sul giornale sia stata una svista”. Di sicuro una svista della D’Urso perché era stato Renzi a dire che Jessica era democratica e la vignetta sul Fatto non è stata pubblicata. Natangelo non può replicare. Nemmeno su Facebook: è stato bannato. Non per questa vignetta – che rispetta le regole del social – ma per altre, vecchie di anni. Oggi all’improvviso riscoperte e segnalate da decine di navigatori. Racconta Natangelo: “La censura scade domenica a mezzogiorno, ma chissà che Facebook non la prolunghi di un mese. Sarebbe un danno per il mio lavoro. Tutto per una vignetta sul Pd”.

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