Dall’iter di approvazione del Rosatellum, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni “esce profondamente ridimensionato sul piano della sua qualità di statista”. Di più: “È diventato come Renzi, ufficialmente un bugiardo” perché aveva “solennemente promesso che il governo non si sarebbe ingerito” nella legge elettorale e invece ha messo la fiducia. Il leader di Mdp Massimo D’Alema attacca il capo del governo a Circo Massimo, trasmissione di Radio Capital. E ne ha anche per il segretario del Pd.

Questa volta finisce nel mirino perché alla fine del percorso del Rosatellum “il vero dato politico che emerge” è l’esistenza di “un patto di potere fra Berlusconi, Renzi, in parte la Lega“. L’artefice? “Uno di loro è Verdini“. Poi la consueta stoccata all’ex premier: “È un leader con una carica distruttiva, che per sopravvivere deve divorare i suoi, umiliare i suoi collaboratori”, ha detto l’uomo che più di tutti lo ha avversato fin dalla sua prima scalata al Partito Democratico.

C’è spazio per l’attualità, anche, nell’analisi di D’Alema. A partire da Bankitalia: “Non siamo il partito di Visco, ma siamo per l’indipendenza della Banca d’Italia e siamo contrari alla lottizzazione politica. Deve restare al di sopra delle parti. In questo caso erano possibili altre operazioni”. E invece “in modo rozzo e propagandistico” Renzi “ha reso di fatto obbligatoria” la riconferma di Visco. Dopo la sua iniziativa, sostiene il leader di Mdp, “qualsiasi sostituzione sarebbe apparsa imposta dalla politica”.

Il presunto patto di potere di Renzi con l’ex cavaliere, sostiene D’Alema, ha dirette conseguenze sul Pd: “Siamo di fronte a un’alleanza organica con la destra che snatura profondamente il Pd”. Di “deriva imbarazzante” ha parlato, raccontano i retroscena, anche il presidente del Senato Piero Grasso che ieri ha ufficializzato il suo addio al Partito Democratico: “Quello che farà dipende esclusivamente da lui. Non è una persona che può essere tirata per la giacchetta. Questa consonanza di giudizio però mi fa piacere, perché è un uomo che stimo profondamente“.

La chiusura è dedicata al suo movimento: “Le soglie di sbarramento? Non ci spaventa nulla. Non è più questione di soglie”. E sul suo ruolo alle prossime elezioni, magari in vista di una possibile alleanza con altri pezzi di centrosinistra, dice: “Mi sono stati chiesti passi di lato, passi davanti, passi di dietro. Ma io non vado a scuola di tango“.

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