“Sono colpevole, ho subito ammesso i fatti e questa vicenda mi crea vergogna e imbarazzo”. È in una lettera al giudice per l’udienza preliminare Roberto Arnaldi che l’ex presidente di Ferrovie Nord, Norberto Achille ammette le contestazioni della procura di Milano, aver pagato con soldi pubblici un po’ di tutto: dalle multe, alle spese sportive, ai porno. Oggi per lui il pm di Milano Giovanni Polizzi ha chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi nel processo abbreviato per peculato e truffa in quanto, dal 2008 fino al marzo 2015, secondo l’accusa l’imputato ha distratto dalla società, partecipata dalla Regione Lombardia e da Ferrovie dello Stato, 429mila euro, fondi di cui aveva disponibilità per via delle “funzioni svolte” e che avrebbe utilizzato, invece, per fini personali suoi e dei suoi familiari, la moglie e due figli.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Gianluca Maris, ha evidenziato che delle centinaia di migliaia di euro di spese solo 21mila euro sono riconducibili ad Achille (che ha risarcito “465mila euro”), tutto il resto a moglie e figli. La difesa punta alla derubricazione del peculato in appropriazione indebita. Fnm e Regione Lombardia sono parti civili. Tra le spese contestate dal pm ad Achille, nei cui confronti nel maggio 2015 era stata disposta dal gip una misura interdittiva, c’è anche l’acquisto, tra il 2010 e il 2011, di tre dipinti antichi per un totale di 17 mila euro, poi regalati all’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Quadri di cui il pm ha chiesto la confisca.

A denunciare le spese pazze di Achille era stato il funzionario Andrea Franzoso premiato con il suo senso civico finendo a fare il passacarte che per Paper First ha scritto il libro Il Disobbediente – C’è un prezzo da pagare se non si vuole avere un prezzo in uscita giovedì 10 ottobre.

Secondo il capo di imputazione, Achille avrebbe “destinato” due “utenze telefoniche aziendali ad uso esclusivo” della moglie e del figlio Marco e si sarebbe fatto “addebitare le telefonate effettuate dall’altro figlio” Filippo (arrestato nel giugno 2015 con l’accusa di aver aggredito il padre per avere soldi) sulla sua utenza aziendale, per un totale di oltre 124mila euro. In più, avrebbe utilizzato le carte di credito aziendali “per spese personali proprie e dei propri familiari” per un totale di 74.144 euro: si va dai 3.750 euro spesi in “scommesse sportive” ai 7.634 in abbonamento alla pay tv, compresi i costi per la “visione di una serie di film pornografici”.

Poi, tra le contestazioni anche l’uso improprio delle auto di Fnm “a lui assegnate” anche messe a disposizione, con tanto di autista, per “gli accompagnamenti” del figlio Filippo. Per l’accusa, tra l’altro, Achille non avrebbe comunicato alla società le multe prese dal figlio Marco con macchine aziendali, mettendole quindi in conto a Ferrovie Nord Milano che avrebbe pagato indebitamente oltre 158mila euro. La difesa di Achille sostiene, però, che l’ex presidente non era affatto un “incaricato di pubblico servizio”, perché era a capo di Fnm spa holding, “e non delle società sottostanti che si occupano specificatamente del servizio di trasporto pubblico”. Quindi, secondo il difensore, a lui deve essere contestata l’appropriazione indebita e non il peculato e la pena, poi, deve scendere almeno sotto i 2 anni e 6 mesi con la sospensione condizionale. Regione Lombardia, con il legale Antonella Forloni, e Fnm, rappresentata da Massimo Pellicciotta, hanno chiesto anche il risarcimento dei danni di immagine.

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