All’inizio sembra un arresto come tanti, un ragazzo di 26 anni con il vizietto della cocaina: un po’ da consumare, un po’ da spacciare. Così, quando lo scorso 23 luglio i Carabinieri della stazione di Cerro Maggiore, nel Milanese, ‘pizzicano’ l’ennesimo giovane pusher, la notizia finisce nelle pagine di cronaca senza nomi né iniziali. Eppure, secondo un gruppo di cittadini impegnati in politica e gestori del gruppo Facebook ‘Legnano c’è’, tutti sanno chi è quel ragazzo, ma nessuno osa dirlo né scriverlo. Da ciò un attacco alla stampa cittadina, composta da due quotidiani, un settimanale e un giornale online: “Di cosa avete paura, cari giornalisti? Del fatto che chi governa la città ha costruito la propria vittoria sullo slogan ‘Rendiamo Legnano sicura’, mentre al loro interno si mimetizzano spacciatori?”

Per comprendere il significato della critica alle testate locali bisogna leggere le generalità di quel ragazzo colto in flagranza di reato, mentre consegna una bustina di cocaina. Si chiama Flavio Battaglioli, è il figlio di un ex assessore ed è stato candidato per un posto nel consiglio comunale della città del Carroccio alle elezioni dello scorso maggio nella lista di Forza Italia. Obiettivo mancato di poco, nonostante le 113 preferenze.

I carabinieri, quella notte, colgono il militante di Forza Italia sul fatto. Seguono due perquisizioni. Addosso a Battaglioli vengono trovate altre 4 dosi di droga (in totale circa 3 grammi) e nell’appartamento dove il giovane vive solo i militari scoprono 7 dosi di marijuana (circa 20 grammi) e 2.000 euro in contanti, soldi che per gli inquirenti provengono, verosimilmente, dall’illecito commercio di sostanze stupefacenti. Il 26enne viene arrestato per spaccio e detenzione illecita e viene processato al tribunale di Busto Arsizio per direttissima. Su richiesta del pubblico ministero, Nadia Calcaterrra, viene condannato a 6 mesi di reclusione con la condizionale, dopo aver patteggiato la pena. Battaglioli, durante l’udienza, riconosce sia di essere un consumatore saltuario di cocaina sia di vendere, ogni tanto, droga agli amici. Ma non chiarisce da chi si rifornisce né perché, dopo l’arresto, il suo telefono cellulare non smetta di squillare.

Alla fine, comunque, la pena sarà lieve. Ma sufficiente per procurare una piccola noia al 26enne, che si appresta a sostenere l’esame di Stato per diventare un principe del foro, sulle orme del padre. Questa condanna per spaccio fa partire in automatico una segnalazione all’ordine degli avvocati, che ora mette a rischio la possibilità di sostenere l’esame per l’abilitazione professionale.

Nome noto tra i frequentatori della movida legnanese, il 26enne Battaglioli è un maestro di sci e arrotonda lo stipendio lavorando come barista. Forza Italia, prima di candidarlo, non aveva avuto nessun sentore? I vertici del partito di Silvio Berlusconi si dicono “esterrefatti”, ma preferiscono non commentare. A parlare è invece il sindaco Gianbattista Fratus (Lega Nord), interpellato da Ilfattoquotidiano.it: “Sono allibito. Forse è vero che non si conoscono mai abbastanza le persone, perché a me Battaglioli è sembrato un ragazzo a posto. L’ho incontrato in campagna elettorale e conosco la sua famiglia da 15 anni. Non avrei mai detto che gli sarebbe successa una cosa del genere. A volte mi chiedo cosa passi nella testa dei nostri giovani”.

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