Settantasei sindaci su 134 della città metropolitana di Milano hanno firmato il protocollo per la distribuzione dei profughi nel territorio, che prevede la suddivisione di 5065 migranti tra i vari comuni, che ora si trovano soprattutto a Milano e Bresso. L’incontro è avvenuto nel capoluogo lombardo in presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, del sindaco Beppe Sala e del prefetto Luciana Lamorgese. “Oggi hanno già firmato in 76 – spiega Lamorgese – ma sono più di 80 quelli che hanno dato la loro disponibilità”. E aggiunge che “dobbiamo unirci perché dobbiamo essere pronti, la situazione va gestita insieme a tutte le parti interessate”.

Sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza “è chiaro che i sindaci la possono vedere anche in maniera differente dal punto di vista politico, ma un sindaco non può girarsi dall’altra parte sperando che i problemi si risolvano” ha commentato il sindaco Sala. “Lo dico ai sindaci che non sono con noi”, ha aggiunto, riferendosi in particolare ai sindaci leghisti che si sono trovati davanti alla Prefettura per manifestare contro il protocollo. “Non si fa così di fronte a un problema che sarà dominante. Abbiamo un prefetto che ci sostiene, un ministro che si sta impegnando. Milano è un’isola che può creare un arcipelago. Noi non ci giriamo dall’altra parte”. Qualche altro primo cittadino che ha firmato il protocollo accusa i leghisti di “aver abdicato alla loro funzione di sindaci”.

Con la firma del protocollo, i comuni della città metropolitana di Milano si impegnano ad accogliere, “in collaborazione con le associazioni del terzo settore e le organizzazioni aventi finalità sociali, gradualmente sul proprio territorio entro il 31 dicembre” tre profughi ogni mille abitanti, ovvero un numero di cittadini richiedenti asilo “secondo una ripartizione di posti computata proporzionalmente alla popolazione iviv residente all’1 gennaio 2016”.  La Prefettura, o alternativamente la città metropolitana di Milano, “si impegnano a svolgere il ruolo di stazione appaltante per i servizi di accoglienza sulla base delle disponibilità individuate dai sindaci e a stipulare le convenzioni con i soggetti gestori individuati con procedure di evidenza pubblica”.

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