Prima non hanno risposto all’invito. Poi hanno messo nel mirino direttamente l’Associazione nazionale partigiani, definita – senza mezzi termini –  “elemento di divisione“. Sono queste le parole scelte dal Partito democratico per motivare la sua assenza dal corteo organizzato come ogni anno dall’Anpi per il 25 aprile. Ad attaccare frontalmente i partigiani, infatti, non è un esponente dem di secondo piano, ma al contrario il presidente nazionale del partito, e cioè Matteo Orfini. “Purtroppo – dice il commissario dei dem nella Capitale – ancora una volta a Roma il corteo dell’Anpi è diventato elemento di divisione quando dovrebbe essere invece l’occasione di unire la città intorno ai valori della resistenza e dell’antifascismo. Per questo, come già l’anno passato, non parteciperemo“.  Parole durissime, che arrivano nella stessa giornata in cui sul corteo del giorno della Liberazione sono piovuti gli attacchi della Comunità Ebraica. Dopo le ripetute polemiche degli scorsi anni, infatti, la comunità ha confermato la sua assenza dal corteo arrivando a dire che “l’Anpi non rappresenta più i partigiani”.

Insomma alla vigilia la festa della Liberazione di Roma non si annuncia certamente come una giornata piena di serenità, nemmeno sotto la stella del settantesimo compleanno dell’approvazione definitiva della Costituzione. I fronti aperti dall’Anpi di Roma sono più d’uno. Quello con il Pd, dopo gli scontri durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale, non è esattamente una sorpresa per l’Anpi. “Il Pd lo abbiamo invitato ma non abbiamo ancora ricevuto risposte formali. Non vorremmo ci fossero strascichi alle polemiche che ci hanno divisi durante il referendum”, aveva detto il segretario dell’Anpi Fabrizio De Sanctis, prima di ricevere la secca replica di Orfini.

Il fronte più delicato – e irrecuperabile – però, è quello aperto con la Comunità ebraica. Poco meno di un mese fa l’associazione dei partigiani lanciò un invito agli ebrei capitolini a partecipare al corteo, mettendo da parte anni di frizioni. Nell’invito, però, l’Anpi specificò che alla manifestazione avrebbe comunque partecipato una rappresentanza palestinese. Ma è proprio questo a far sollevare la rabbia della Comunità ebraica: l’Anpi, è la replica, sceglie di “cancellare la storia e far sfilare gli eredi del Gran Mufti di Gerusalemme che si alleò con Hitler con le proprie bandiere e delle ripetute aggressioni, avvenute negli anni passati, ai danni dei rappresentanti della Brigata Ebraica”. Così “il mondo ebraico ha deciso di organizzare una propria manifestazione”. L’appuntamento sarà in via Balbo, di fronte all’allora sede della Brigata Ebraica. “Vogliamo – afferma Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma – che il 25 aprile torni ad essere la festa di tutti gli italiani che credono nella Costituzione e nei valori dell’antifascismo”. Oggi, conclude, “c’è bisogno di celebrare questa giornata senza faziosità e senza ambiguità“. L’Anpi, per bocca del suo segretario Fabrizio De Sanctis, si è detta dispiaciuta della decisione.

Il corteo dell’Anpi partirà invece dal parco dei Caduti della Montagnola, modificando il percorso degli anni passati. “Un percorso un po’ più lungo – dice il segretario Fabrizio De Sanctis – ma più importante e significativo. Passeremo attraverso quartieri popolari e popolosi come Ostiense e Garbatella. Non vuole essere una celebrazione retorica e rivolta solo al passato”. Ma al corteo, oltre al Pd e alla Comunità Ebraica, non ci sarà nemmeno  il Movimento Cinque Stelle che amministra la capitale con la sindaca Virginia Raggi. “Non abbiamo ricevuto per ora alcuna risposta dalla sindaca di Roma – dice De Sanctis – Sarebbe importante la sua presenza per riaffermare la natura antifascista delle istituzioni. L’abbiamo invitata formalmente più di venti giorni fa e lo facciamo nuovamente oggi. Siamo in attesa fiduciosa”. E “ufficialmente anche il M5s non aderisce per ora al corteo, speriamo di essere smentiti”.

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