Il 23 febbraio scorso in piazza Montecitorio, in una manifestazione convocata da decine di associazioni per chiedere il ritiro della legge delega sul sostegno scolastico avevamo realizzato il poster che potrete leggere di seguito.
pannello_speseI dati che avrete la pazienza di leggere sono riferiti a diversi ambiti della economia di un Paese, l’Italia, che con tutta evidenza ha progressivamente smarrito una identità sociale e solidale.
Il poster non riporta anche il dato numerico sulla corruzione perché, strano ma vero, non esistono riferimenti precisi anche se da più parti si stima un giro di affari intorno ai 100 miliardi di euro.

In questo magnifico Paese accade che il governo in carica del mite Gentiloni scelga, con pacata mitezza, di strangolare gli anziani, i poveri, i migranti e i disabili riducendo il fondo delle politiche sociali di oltre il 60% e quello della non autosufficienza del 10%.

Vedremo quali gruppi politici e quanti parlamentari inizieranno a stracciarsi le vesti, a minacciare scioperi della fame, ostruzionismo a oltranza o a convocare conferenze stampa per denunciare quanto accaduto ed accadrà ai poveri in Italia. Proveremo a monitorare con attenzione le reazioni a questo delitto perpetuato ai danni dei cittadini più indifesi: non ci interessa ricordare agli elettori di centrosinistra che il finanziamento di 99 milioni del fondo nazionale politiche sociali non sia mai stato raggiunto nemmeno dal “terribile” Berlusconi (sebbene i suoi governi avessero azzerato addirittura il fondo della non autosufficienza), ma solo evidenziare la totale inadeguatezza alle difficoltà storiche ed economiche di questo tempo per questa classe politica.

E’ troppo banale, ma giova ricordarlo rileggendo il poster che un paese serio non dovrebbe impiegare oltre 90 miliardi per il gioco d’azzardo, nove miliardi e mezzo per comprare cosmetici ecc. ecc. L’Italia è innanzitutto un paese che ha smarrito la bussola: chi vive in condizione di disagio, lo sa molto bene. Prima di tutto abbiamo bisogno di politiche che riducano le disuguaglianze crescenti. Tutto il resto, come cantava Califano, è noia. Gentiloni compreso.

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