Secondo uno studio della Cornell University pubblicato su Astrophysical Journal Letters, l’idrogeno prodotto dai vulcani è un potenziale indizio di vita extraterrestre. Per i ricercatori, infatti, la presenza di questo gas contribuisce a innescare il riscaldamento dell’atmosfera dei pianeti, rendendo possibile lo sviluppo della vita anche su quelli troppo freddi per essere considerati all’interno della fascia di abitabilità. Questa nuova prospettiva potrebbe aumentare le possibilità di trovare segni di vita anche nei nuovi sistemi planetari come quello appena scoperto intorno alla stella Trappist-1: dei suoi sette pianeti, quelli abitabili potrebbero infatti essere quattro invece che tre.

Ramses Ramirez, coordinatore dello studio, spiega: “Sui pianeti freddi ogni potenziale forma di vita sarebbe seppellita sotto strati di ghiaccio e questo ne renderebbe davvero difficile l’individuazione con i telescopi. Se però la superficie fosse abbastanza calda, grazie proprio all’idrogeno vulcanico e al riscaldamento atmosferico, si potrebbe avere vita in superficie, con un gran numero di tracce identificabili”. “Dove pensavamo di trovare solo lande desolate di ghiaccio, i pianeti possono invece essere caldi – almeno finché ci sono vulcani nei paraggi”, ha spiegato Lisa Katlenegger, professoressa di astronomia alla Cornell.

Secondo i ricercatori, la presenza dell’idrogeno vulcanico determina un’espansione del 30-60% delle zone di abitabilità, ovvero di quelle regioni dello spazio in cui i pianeti si trovano alla giusta distanza dalla loro stella per poter avere acqua liquida in superficie. Nel nostro Sistema solare questa fascia si estende fino appena oltre l’orbita di Marte. Ma considerando invece la presenza di idrogeno vulcanico, potrebbe raggiungere la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove.

L’abstract dello studio

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