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M5s Palermo, i consulenti della procura confermano: “Circa 200 firme erano false”

Depositata la consulenza grafica disposta dalla Procura del capoluogo che ha incaricato dell’analisi un pool di esperti. I magistrati avevano scelto circa duecento firme a campione tra le oltre 1.400 al centro dell’inchiesta: quasi tutte sono risultate "apocrife"
M5s Palermo, i consulenti della procura confermano: “Circa 200 firme erano false”
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Circa 200 firme tra quelle depositate per sostenere la lista del Movimento 5 Stelle alle amministrative del 2012 a Palermo erano false. Lo stabilisce la consulenza grafica disposta dalla Procura del capoluogo che ha incaricato dell’analisi un pool di esperti. La relazione è stata consegnata questa mattina al procuratore aggiunto Dino Petralia e alla pm Claudia Ferrari che coordinano l’indagine. I magistrati avevano scelto circa duecento firme a campione tra le oltre 1.400 al centro dell’inchiesta: quasi tutte sono risultate “apocrife”.

La perizia degli esperti aggiunge un importante tassello all’inchiesta aperta nei mesi scorsi dai magistrati e che coinvolge 13 persone: i parlamentari nazionali Riccardo Nuti,  Claudia Mannino, e Giulia Di Vita, i regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, gli attivisti Samantha Busalacchi, Pietro Salvino e Riccardo Ricciardi, Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito, gli ex esponenti del M5s Francesco Menallo e Alice Pantaleone, più Giovanni Scarpello, il cancelliere che ha autenticato le firme depositate dai pentastellati.

Quasi tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, rifiutando anche di rilasciare un  “saggio grafico – cioè un campione della propria calligrafia – davanti ai pm. Per questo motivo Nuti, Di Vita e Mannino sono anche stati sospesi de imperio dal M5s dai comitato dei probiviri composto dai parlamentari Paola Carinelli, Nunzia Catalfo, Riccardo Fraccaro. Hanno invece collaborato con gli inquirenti i deputati regionali La Rocca e Ciaccio, che si sono anche autosospesi dal Movimento, e gli attivisti Ippolitoe Paradiso: i quattro hanno raccontato quanto accaduto in quella notte del 3 aprile del 2012 nella sede del M5S. Secondo l’accusa le firme sarebbero state ricopiate proprio da alcuni degli indagati perché per un errore erano state raccolte in alcuni moduli che contenevano un errore nel luogo di nascita di uno degli indagati.

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