Tre settimane dopo l’inizio dell’offensiva su Mosul, la coalizione internazionale a guida Usa annuncia l’inizio delle operazioni per strappare la città siriana di Raqqa allo Stato Islamico. “E’ cominciata la grande battaglia per la liberazione di Raqqa e della sua provincia”, ha detto Jihan Sheikh Ahmad, comandante curda delle Syrian Democratic Forces, sostenute da Washington, e Ypg, le Unità di protezione popolare, leggendo una dichiarazione della città di Ain Issa, a 50km a nord della roccaforte dell’Isis in territorio siriano. Per ora si tratta di un annuncio: l’operazione vera e propria, denominata Angry EuphratesIra dell’Eufrate, sarà lanciata nelle prossime ore e avrà il sostegno aereo dei Paesi che fanno parte della coalizione internazionale.

L’inviato speciale degli Usa per la lotta all’Isis, Brett McGurk, ha confermato l’avvio dell’offensiva. McGurk, che parlava in una conferenza stampa ad Amman, in Giordania, ha detto che gli Stati Uniti forniscono copertura aerea all’operazione e ha aggiunto che stanno valutando la situazione congiuntamente con la Turchia, anche se Ankara considera le milizie curde dell’Ypg, che prendono parte alla battaglia, come “terroriste“.

All’offensiva prenderanno parte 30mila combattenti, per l’80% civili, con una presenza importante di guerriglieri curdi legati allo Ypg. “Raqqa sarà liberata grazie ai suoi figli e alle sue fazioni arabe, curde e turkmene” che “si muoveranno con decisione fino a quando non raggiungeranno il loro obiettivo di isolare e abbattere la capitale del terrorismo globale“, ha continuato la portavoce, che ha chiesto a tutti i civili di “evitare le posizioni del nemico che saranno obbiettivi del fuoco”.

L’annuncio arriva a quasi tre settimane dall’inizio dell’operazione del variegato fronte iracheno che sta tentando di riconquistare Mosul, ‘capitale’ dello Stato islamico in Iraq. Tale offensiva, secondo gli analisti, provocherà il ripiegamento di migliaia di jihadisti proprio verso Raqqa. Dal punto di vista strategico, la decisione di dare il via alla “grande battaglia” su Raqqa può essere letta come un tentativo degli Usa, tramite i loro partner locali della Sdf, di anticipare la Russia nella lotta al califfato in territorio siriano.

Le Forze democratiche siriane sono una formazione che raggruppa diversi gruppi armati ma è controllata dall’Ypg, braccio siriano del Partito dei lavoratori Curdi di Abdullah Ocalan. Nell’ultimo anno, proprio le milizie curdo siriane dell’Ypg hanno ottenuto alcuni dei più importanti successi militari nella guerra all’Isis, grazie all’appoggio decisivo dei bombardamenti aerei della Coalizione internazionale a guida Usa. Ed è l’attivismo dell’Ypg, gruppo che Ankara considera terrorista, in quanto legati al movimento separatista del Pkk, che ha spinto la Turchia ad intervenire nel conflitto siriano appoggiando ribelli locali, con l’intento di contrastare la possibilità della creazione di uno stato autonomo curdo nel nord della Siria.

Intanto a Damasco, almeno quattro bambini sono rimasti uccisi e 19 feriti a causa di colpi d’artiglieria sparati dai lealisti che hanno colpito un asilo nella zona di Harasta. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani siriano (Ondus).

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