Non sono bastate quasi due ore di faccia a faccia tra il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, per fare incontrare quelli che, a fine serata, sembrano ancora due mondi distanti. E così alla fine del match organizzato alla Festa dell’Unità di Bologna, i sostenitori del sì al referendum costituzionale e quelli del no sono ancora fermi sulle proprie posizioni. Difficile trovare qualcuno disposto a cambiare il proprio voto. E difficile capire chi e è uscito vincitore.

“Zero a zero palla al centro, anche se il singor Renzi dice che siamo la stessa famiglia direi che siamo separati in casa”, scherza un iscritto Anpi mentre si avvia verso l’uscita. “E’ finita pari: grande dialettica di Renzi, grandi contenuti di Smuraglia” sintetizza Flavio, che poi specifica di essere ancora indeciso, proprio come prima del dibattito. In molti, anche tra coloro che si oppongono alla riforma, riconoscono le doti comunicative del premier, superiori a quelle del presidente dei partigiani.

“Renzi è un animale da palcoscenico, difficile tenergli testa” spiega Maurizio all’uscita, con il foulard dell’Anpi stretto al collo. “Renzi ha fatto un comizio ed è entrato poco nel merito della Costituzione”. Anche Adriano, 18 anni, non ha cambiato idea e al referendum voterà no. “Non so chi ha vinto ma Smuraglia ha parlato della riforma costituzionale e l’ha criticata, Renzi ha parlato di altre cose, di Grillo ad esempio, e ha attaccato sul piano personale e politico”.

Nico è entrato alla festa sostenitore della riforma e ne è uscito tale e quale. “Il duello l’ha sicuramente dominato Renzi perché Smuraglia si è avviluppato in argomenti troppo tecnici e Renzi ha avuto gioco facile per spellarlo”. Marino prova a dare un punteggio: “Se pensiamo a una scala da 1 a 10, direi 8 a 2 per Renzi, perché Smuraglia non ha argomentato le ragioni del no e soprattutto non ha detto cosa succederà dopo il voto se la riforma non passa”. Mentre per Giorgio non c’è un vincitore: “Nessuno dei due ha chiarito i punti sul referendum, ma entrambi hanno parlato di cose che non c’entravano molto con il voto”.

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