In finale a Rio de Janeiro con i padroni di casa Alison-Bruno a giocarsi l’oro olimpico. Se glielo avessero detto mentre salivano la scaletta dell’aereo che li avrebbe portati in Brasile che sarebbero tornati a casa almeno con la medaglia d’argento, probabilmente avrebbero reagito con un sorriso e una scaramantica alzata di spalle. Ora, dopo la semifinale con i russi, Daniele Lupo e Paolo Nicolai il sogno ce l’hanno tra le mani insieme al pallone di cuoio. E venerdì mattina alle 5 avranno la chance più unica che rara di realizzarlo.

Difficilmente in Russia dimenticheranno i loro nomi. Prima Ljamin-Barsuk nei quarti e poi Semenov Krasilnikov in semifinale hanno dovuto chinare il capo davanti al braccio e al muro di Paolo ed alla visione di gioco di Daniele.  I quarti di finale di Londra avevano fatto intuire le loro potenzialità. Quattro anni dopo sulla spiaggia di Copacabana, è arrivata la consacrazione. Ora tra loro e la gloria olimpica ci sono i campioni del mondo Allison-Bruno. Evoluzione della specie di coloro che questo sport lo hanno inventato proprio sulla spiaggia che ospiterà l’atto finale.

L’esame di maturità è superato. Dopo aver perso malamente il primo set 21-15, Lupo e Nicolai hanno saputo mantenere la lucidità, prendendo subito un piccolo vantaggio nel secondo parziale e conservandolo poi grazie all’efficacia di Nicolai al servizio e in schiacciata. Al tie-break, poi, partono meglio i russi (5-3) ma gli italiani, con il pubblico di casa dalla loro parte, recuperano e mettono la freccia (9-8). E’ una battaglia tremenda dove Lupo trova anche la freddezza per fare un punto in bagher al termine di un scambio infinito (12-10). I russi non mollano e raggiungono di nuovo la parità (12-12) ma è il canto del cigno. L’Italia sale 14-12 ed ha due match point. Sul primo Nicolai giustamente forza e sbaglia il servizio, ma alla seconda chance Lupo chiude il discorso. In finale non sarà così ma questa è un’altra storia.

A fine gara c’è il tempo per sentire il gusto della vittoria. E della sfida per l’oro: “Sono davvero felicissimo, è un sogno che si avvera – dice raggiante Nicolai – giocheremo la finale olimpica, contro il Brasile a casa loro. Sento che è qualcosa di speciale, abbiamo quasi raggiunto la vetta. In campo abbiamo sofferto tantissimo, però immaginavamo una cosa del genere”. Il ragazzo di Ortona mette in luce come “dietro i nostri risultati c’è uno staff, c’è una federazione, ci sono tante persone che ci permettono di fare questo lavoro e di arrivare a questi livelli. Ora giochiamo contro il Brasile, in Brasile. La squadra più forte del mondo: sarà durissima, ma come vado ripetendo da giorni noi ce la mettiamo tutta e sinora siamo sempre riusciti a imporci, chissà che anche in finale non sia la volta buona”.

“Sono cinque anni che viviamo insieme, che lottiamo insieme: quando vinciamo, vinciamo tutti e due quando perdiamo lo facciamo tutti e due – gli fa eco Lupo – se prima delle Olimpiadi mi avessero detto che saremmo arrivavamo in finale ci avrei messo la firma”, prosegue. “Prima di cominciare i Giochi avevo delle ottime sensazioni perché avevo giocato bene negli ultimi tornei, perdendo solo con gli americani e i brasiliani le due squadre più forti del mondo”. L’ultima battuta è sulle sensazioni vissute in partita. “Dopo aver perso il primo set non mi sono demoralizzato. Mi sono detto ‘stai giocando una semifinale olimpica ti stanno guardando tutti, i parenti, papà, nonno’ e ho dato il meglio di me, tutto qui”.

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