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Pordenone, sequestrate ville di lusso e terreni a due famiglie rom: dichiaravano di essere nullatenenti

Il valore totale dei beni è di 2,5 milioni di euro. Gli indagati, accusati di commerciare illegalmente auto di grossa cilindrata, si occupavano anche della manutenzione di alcuni oggetti sacri di proprietà della Chiesa
Pordenone, sequestrate ville di lusso e terreni a due famiglie rom: dichiaravano di essere nullatenenti
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Dodici ville di lusso, tre terreni edificabili, un appartamento e un locale commerciali. Sono questi i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza a 33 membri di due famiglie rom di Pordenone, che dichiaravano al fisco di essere nullatenenti. Valore totale: 2,5 milioni di euro. Dalle indagini dei finanzieri è emerso che gli indagati commerciavano illegalmente auto di grossa cilindrata (Ferrari, Lamborghini e Porsche). Inoltre, si occupavano della costruzione e della vendita di ville di lusso e della lucidatura e doratura di arredi sacri di proprietà della Chiesa. I guadagni venivano ripartiti attraverso un fitto reticolo di conti correnti bancari e postali tra i componenti dei due nuclei famigliari, senza essere dichiarati al Fisco.

Gli uomini del Nucleo della Polizia Tributaria di Pordenone hanno esaminato svariate migliaia di assegni, bonifici e movimenti di denaro contante, ricostruendo ben 59 operazioni immobiliari per circa 1,8 milioni di euro, solo nel periodo che va dal 2004 al 2009. In aggiunta, gli investigatori hanno rilevato oltre 500 compravendite di autovetture, per circa 4 milioni di euro e altri 1,7 milioni guadagnati grazie alle attività di manutenzione dei beni della Chiesa.

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L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba, quando oltre 60 finanzieri hanno bussato alla porta delle nove ville degli indagati per eseguirne la perquisizione e notificare il decreto di sequestro emesso dal Gip presso il Tribunale di Pordenone.
A loro carico pende la richiesta di applicazione delle misure di prevenzione antimafia personali e patrimoniali, previste per legge dal momento in cui, dalle indagini, è emerso che le due famiglie vivono abitualmente con i proventi di attività criminali. Le misure saranno oggetto delle udienze, fissate per il prossimo settembre, dal Tribunale di Prevenzione di Pordenone.

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