Arriva l’ok per il trasferimento in Ferrovie dello Stato di Ferrovie Sud Est, l’azienda di trasporti pugliese portata al dissesto finanziario e sulla quale pesano 350 milioni di debiti. Nell’assemblea che si è svolta a Roma ieri sera ed è durata circa tre ore, il ministero dei Trasporti, in qualità di socio unico di Fse, ha deliberato il passaggio che dà il via all’acquisizione della società oggi commissariata. Le modalità dell’operazione saranno indicate in un decreto che il ministro Graziano Delrio dovrà firmare nei prossimi giorni, dopo aver ottenuto il via libera dalla Corte dei Conti. L’accordo però c’è e, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, l’ufficialità arriverà entro la prima settimana di agosto.

La richiesta di fallimento depositata dalla Procura di Bari nei giorni scorsi non ha quindi bloccato la trattativa. L’assemblea dei soci rimarrà aperta fino alla settimana prossima per attendere il decreto ministeriale. Solo allora si saprà, ad esempio, se le due aziende avranno un unico patrimonio o meno. È mistero, infatti, su quanto è stato deciso in merito durante il cda di Ferrovie dello Stato convocato contestualmente all’assemblea dei soci di Ferrovie Sud Est. “Aspettiamo questi passaggi, ma non possiamo che essere ottimisti in merito a una strada che avevamo indicato come quella più facilmente percorribile perché offriva le maggiori garanzie” ha detto a ilfattoquotidiano.it il commissario straordinario Andrea Viero. Buone notizie per i 1300 dipendenti della società, il cui futuro dipende proprio dall’esito di una trattativa che va avanti da oltre due mesi. E di cui non si conoscono ancora i dettagli.

LE IPOTESI PROSPETTATE – A iniziare dallo strumento giuridico attraverso il quale avverrà il trasferimento. Due le soluzioni principali: il conferimento (con i patrimoni delle due aziende che rimarrebbero distinti) o la fusione per incorporazione (con un unico patrimonio) con il possibile passaggio dei debiti (a condizioni probabilmente diverse) dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a quello dell’Economia. Ma potrebbe l’azienda pugliese andare avanti anche senza la fusione? Secondo i calcoli della Deloitte, Ferrovie Sud Est se gestita bene porta ricavi che vanno dai 25 ai 30 milioni annui. Al contratto di servizio con la Regione Puglia che assicura 134 milioni all’anno, vanno aggiunte le risorse dei ricavi da traffico, ossia circa un milione al mese. Tenendo i due patrimoni distinti si potrebbe attingere alle due fonti di finanziamento, quella dei ricavi aziendali e quella dei fondi statali. “La strada dell’incorporazione garantirebbe la continuità aziendale – ribadisce il commissario – dato che la fusione potrebbe essere realtà entro la fine di settembre, risparmiando i tempi di una normale gara pubblica”.

L’AZIONE DI RESPONSABILITÀ – Ma nel corso dell’assemblea fiume che si è svolta a Roma, sono state prese altre decisioni importanti. Guai in vista per l’ex amministratore unico della Ferrovie Sud Est Luigi Fiorillo e per gli altri presunti responsabili le cui condotte avrebbero portato all’accumulo di 350 milioni di debiti da parte dell’azienda. Ad annunciare le novità è lo stesso Viero: “Nel corso dell’assemblea, infatti, è stato deliberato anche l’avvio di un’azione di responsabilità nei loro confronti”. Tra di loro ci sono anche alti funzionari del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che avrebbero dovuto vigilare sul buon andamento dell’azienda, ma che invece – stando agli elementi raccolti dagli inquirenti e dall’analisi sui conti elaborata dalla Deloitte proprio su incarico dei commissari straordinari – hanno chiuso gli occhi su spese fuori controllo per consulenze e altre voci perlopiù inutili, mentre i vagoni dei treni della Ferrovie Sud Est continuavano a rappresentare una vergogna per i trasporti pubblici italiani. E c’era una ragione se “negli ultimi dieci anni l’azienda – hanno scritto i commissari nella relazione presentata a Delrio – ha speso 42 milioni nella manutenzione di treni e autobus e 272 in esternalizzazione di servizi, tra spese legali e consulenze”.

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