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Corriere della Sera, bocciata anche la nuova offerta di Cairo: per il cda di Rizzoli “non congrua”

Nella nota del gruppo si legge che il corrispettivo dello scambio, incrementato a 0,16 azioni per ogni titolo Rcs contro le 0,12 proposte inizialmente, "risulta migliorativo del 33,3%", ma non è sufficiente. Inoltre sono "di difficile apprezzamento le proiezioni economico-finanziarie contenute nel piano Cairo Communication"
Corriere della Sera, bocciata anche la nuova offerta di Cairo: per il cda di Rizzoli “non congrua”
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Il rilancio di Urbano Cairo non basta al consiglio di amministrazione di Rcs. Nonostante il patron di Cairo Communication la settimana scorsa abbia incrementato i termini dello scambio tra la sua società e l’editore del Corriere della Sera, anche la nuova offerta è stata giudicata “non congrua” dal cda che si è riunito venerdì 24 giugno. “Il corrispettivo dell’Ops”, incrementato a 0,16 azioni per ogni titolo Rcs contro le 0,12 proposte inizialmente, “risulta migliorativo del 33,3% per i possessori di Azioni Rcs”, ammette la nota, ma resta troppo basso. In ogni caso, “la convenienza economica dell’adesione all’Ops dovrà essere valutata dal singolo azionista all’atto di adesione”.

Inadeguato (”non condivisibile”) comunque, secondo il cda di Rcs, anche il valore di 0,20 azioni Cairo Communication per ogni azione di via Rizzoli prospettato dell’editore de La7. Infatti, per gli advisor e l’esperto indipendente, Rcs vale tra 0,19 e 0,23 azioni Cairo. In generale il board rileva che “la mancanza di proiezioni economico-finanziarie relative 2016 in prossimità della chiusura del primo semestre rende di difficile apprezzamento le proiezioni economico-finanziarie contenute nel piano Cairo Communication per 2017 e 2018, peraltro superiori rispetto al consensus degli analisti”.

In merito poi alla prospettata fusione di Rcs col gruppo Cairo, “si sottolinea l’orizzonte temporale molto ampio, la mancata prospettazione di un range di concambio indicativo e l’incertezza rispetto all’avvio della fusione e ai suoi termini e condizioni”. Inoltre “l’esercizio della delega all’aumento di capitale rimane nella esclusiva disponibilità di Cairo Communication e, non essendo noto il prezzo delle eventuali nuove azioni, rende incerto il valore delle partecipazioni rivenienti”.

Infine “l’eventuale distribuzione di un dividendo straordinario agli azionisti di Cairo Communication è estranea al contesto delle offerte concorrenti in corso e non rappresenta alcuna modifica o miglioramento dei contenuti dell’Ops, né è rivolta per i possessori di azioni Rcs. Il prospettato dividendo potrebbe invece sostenere il valore delle azioni Cairo, migliorando il cambio implicito'”. Ultimo appunto, il voto maggiorato, col quale Cairo blinderebbe il controllo sul proprio gruppo in caso di fusione, ”può rappresentare uno strumento di rafforzamento della posizione dei soci di controllo, peraltro, in assenza di un corrispondente investimento economico da parte dei soci di controllo”

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