Su Facebook parte l’attacco a Chiara Appendino. Un post sulla pagina “La bugia è Chiara – Mò, vi mento” attacca la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle sui rimborsi erogati dal Comune all’azienda di suo marito, la Lavatelli srl (della quale lei è una dipendente dal 2010), per le ore di lavoro saltate perché dedicate all’attività comunale: “Per 5 anni, ogni mese, la Lavatelli srl ha ricevuto rimborsi dal Comune per permessi retribuiti della dipendente Chiara Appendino. Ma Lavatelli non è il marito di Chiara Appendino? Quindi il Comune rimborsa in permessi retribuiti la ditta di proprietà della stessa Appendino? L’alternativa non è per niente chiara…”, si legge nel post dove si fa il verso allo slogan della grillina. Alcuni politici del Partito democratico hanno condiviso il post: “L’ho fatto per informare – afferma a ilfattoquotidiano.it l’ex assessore ai trasporti Claudio Lubatti – infatti non ho espresso nessun giudizio. Mi sembra giusto, però, che si sappia”. Per l’ex sindaco di Nichelino Giuseppe Catizone, invece, “è una questione di opportunità, soprattutto per chi fa della frugalità la sua cifra politica”.

Lei, la Appendino, ha già liquidato la questione: “Già nel 2013 era uscita questa polemica. Si tratta dei rimborsi al datore di lavoro previsti per legge come per molti altri consiglieri comunali – ha dichiarato alle agenzie -. Da quando la Città di Torino è uscita dal patto di stabilità, senza fare troppo clamore mediatico, ho rinunciato a riscuotere i gettoni di presenza dei consigli e delle commissioni per un importo totale di oltre 100mila euro, gettoni che avrei potuto ricevere come hanno fatto i miei colleghi nella medesima situazione. Credo che i fatti contino più delle parole e delle polemiche pretestuose. Noto molto nervosismo in questi giorni…”.

In effetti da un controllo all’anagrafe degli eletti si nota come la candidata abbia ricevuto i gettoni di presenza per la sua attività da consigliere comunale soltanto dal giugno 2011 al maggio 2012, nel suo primo anno di attività, per una somma di poco superiore ai ventimila euro. Se si moltiplicano duemila euro al mese per quattro anni, si arriva a quasi centomila euro, cifre che alcuni eletti hanno incassato dalla loro attività. Poco è possibile sapere sui soldi destinati alla Lavatelli srl. Lo stanziamento non si basa su una semplice autocertificazione e inoltre gli uffici comunali devono fare delle verifiche sulla regolarità. Tuttavia per conoscere le cifre bisogna fare un accesso agli atti.

La polemica però, come ha ricordato la grillina, non è nuova. Già nel novembre 2013 in consiglio comunale girava un dossier coi rimborsi assegnati ai datori di lavoro di alcuni eletti, tra i quali compariva anche la Appendino. All’epoca la cifra stanziata alla Lavatelli srl era di 23mila euro: “Quando critico qualcuno ci metto la faccia sempre, non agisco nell’ombra – aveva detto a Repubblica – sono assunta dal 2010, un anno e mezzo prima di essere eletta: allora non mi occupavo nemmeno di politica, e dal 2011 non ho mai avuto scatti di carriera”.

Adesso le polemiche tornano in forma anonima su una pagina che non porta simboli di partiti, ma che è stata prontamente ripresa da molti esponenti Pd. Nel post si vedono tre determinazioni dirigenziali con le quali vengono stabilite tre erogazioni da circa 1.500 euro per i mesi di dicembre 2014, giugno 2015 e ottobre 2015, documenti che si possono ottenere soltanto dopo un’istanza di accesso agli atti. Intanto il post della pagina “La bugia è Chiara” è stata condivisa quasi trecento volte.

“Caspita, ci avete messo solo sei mesi ma alla fine ci siete arrivati, alla pagina critica anonima da cui condividere attacchi ad muzzum sui social… complimenti! Tra sei mesi magari riuscirete anche a concepire un attacco che stia in piedi”, commenta sarcastico l’ex consigliere grillino Vittorio Bertola sulla pagina dell’ex assessore Lubatti.

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