“Vendesi posto auto”, si legge sui cartelli che tappezzano il box all’esterno del cantiere, tra il Lungotevere dei Tebaldi e quello dei Sangallo, a Roma. “Sono iniziate le vendite dei posti auto del parcheggio di Via Giulia… Allo stato attuale tutte le licenze sono state rilasciate, nonché il permesso a costruire. Il parcheggio sarà ultimato per la prossima estate 2016”, è scritto nel sito della Cam Edilizia, la società che si sta occupando della realizzazione del progetto.

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Dentro i lavori procedono spediti per il Pup da 293 posti auto su quattro piani, tre interrati, più un ultimo che sporgerà di 6,80 metri dal livello della strada sul lato di via Bravaria. Ma aldilà delle rassicurazioni, le perplessità rimangono. Anzi si rinsaldano con la sentenza non definitiva del Tar del febbraio 2016, sollecitata dal Consiglio di Stato nell’agosto scorso, nella quale è stabilito che “si rende opportuno approfondire nel merito anche sul piano tecnico la questione della sussistenza o meno di una rilevante differenza quanto alla diversa quota di scavo fra il progetto del 2007-2010 e la variante del 2014 e quindi della necessità di acquisizione di nuova Valutazione d’impatto ambientale”.

A verificare la questione, insomma se esiste una differenza di m 2,40 tra i due progetti, come peraltro sostenuto da Paolo Gelsomini, segretario del Coordinamento Residenti Città Storica che insieme ad Italia Nostra si sta battendo perché il parcheggio non mortifichi quello spazio e dall’urbanista Paolo Berdini, sarà il Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Poi il 19 ottobre, l’udienza.

Ma il CRCS, che si sta impegnando perché i 6 mila metri quadri tra il Liceo Virgilio, il Dipartimento Nazionale antimafia, il Lungotevere Sangallo e via Giulia non divengano uno spazio qualsiasi, ha anche altre preoccupazioni. A partire dalla copertura a verde pubblico dello spazio soprastante, affidata dal Municipio I al gruppo costituito dagli studi di architettura Diener & Diener Architekten, Vogt Landschaftsarchitekten e Garofalo Miura Architetti. “Ancora una volta gli uffici comunali Città storica e Trasformazione urbana non sono stati coinvolti e non ci è stato consentito di avere copia del progetto”, ha denunciato Gaia Pallottino, del comitato Crcs.

Così rimangono poco chiari elementi di primaria importanza. Come la recinzione che sembrerebbe essere così alta da obliterare addirittura la vista dei monumenti circostanti. Singoli elementi che anche nel loro complesso non è stato possibile approfondire né sui quali è stato concessa la possibilità concreta di intervenire neppure nel corso del processo partecipativo promosso dal I Municipio sullo scorcio finale del 2014.

Ma non è solo questo il punto che rimane incerto. Rimane da capire il ruolo del tutto marginale che nell’operazione ha avuto il Dipartimento all’Urbanistica, uscito praticamente di scena dopo la bocciatura della proposta della Cam, datata 2010, di costruire un hotel a cinque stelle. Circostanza evidenziata anche da Paolo Gelsomini. Certo è che sulla vicenda un ruolo tutt’altro che secondario lo ha avuto la Soprintendenza archeologica. Gli stabula augustei, individuati nelle indagini archeologiche realizzate tra il 2009 e il 2011, una “scoperta importantissima per la topografia di Roma”. Al punto da deciderne la musealizzazione. In un primo tempo.

Già perché, come ha sostenuto di recente Angelo Marinelli, amministratore unico della Cam srl, “la scelta del rinterro è stata esclusivamente voluta dalla Soprintendenza… si sottolinea che per completare gli scavi la Cam ha speso 6 milioni di euro”. Insomma i resti coperti, sotto la pozzolana dopo l’autorizzazione della Soprintendenza.

In attesa del pronunciamento definitivo del Tar, nel cantiere affacciato su via Giulia i lavori vanno avanti. E’ ormai più che probabile che alla fine il contestato parcheggio sarà compiuto. Dicono che sarà un servizio alla città, ma il dubbio che i molti che hanno deciso sulla realizzazione di quell’opera abbiano sbagliato qualcosa, rimane. Che sia stata una “sottrazione” piuttosto che un’“aggiunta”.

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