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Pininfarina-Mahindra, la società di design auto passa agli indiani. Accordo da 45 milioni

Il produttore indiano di Suv comprerà il 76% delle azioni dal socio di maggioranza Pincar e investirà 20 milioni attraverso un aumento di capitale. Paolo Pininfarina, che resta presidente, spiega: “Restano in Italia le maestranze, il management, gli stilisti, i progettisti". Ma la Borsa non apprezza: il titolo ha perso il 68%
Pininfarina-Mahindra, la società di design auto passa agli indiani. Accordo da 45 milioni
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Un altro marchio simbolo del made in Italy passa in mani straniere. Diventa indiana, come da indiscrezioni dei mesi scorsi, la Pininfarina, storica azienda di carrozzerie celebre per il design che ha caratterizzato molte Alfa Romeo e Ferrari. Con un investimento iniziale di quasi 25 milioni di euro il gruppo Mahindra ha infatti rilevato il 76% delle azioni che erano in mano alla Pincar, società della famiglia Pinfinfarina a cui faceva capo l’azienda. Dopo due anni di ricerche di possibili partner e dopo una trattativa con gli indiani avviata la scorsa primavera, il consiglio di amministrazione ha approvato la cessione ed è stato firmato l’accordo. La notizia non è stata apprezzata dal mercato: a Piazza Affari le azioni Pininfarina sono crollate perdendo il 68,8 per cento rispetto alla chiusura di venerdì.

Se cambia l’azionista di maggioranza, rimarrà però presidente Paolo Pininfarina, nipote del fondatore Battista Farina detto Pinin, nonché figlio di Sergio (senatore a vita scomparso nel 2012) e fratello di Andrea, deceduto nel 2008. “Restano in Italia le maestranze, il management, gli stilisti, i progettisti, il Dna dell’azienda”, ha detto oggi pomeriggio nello studio legale Pavesio (advisor dell’operazione) nel corso della conferenza stampa. La famiglia manterrà l’1,2 per cento dell’azienda: “Sono sicuro che mio nonno, mio padre e mio fratello Andrea sono orgogliosi di noi oggi e che sono al fianco mio e di tutta la famiglia nel brindare al futuro nella nostra amata Pininfarina”, ha detto il presidente.

CP Gurnani, amministratore delegato e direttore generale di Tech Mahindra (una delle due società con cui il gruppo di Mumbai ha rilevato le azioni), ha affermato che “l’azienda continuerà a crescere” unendo l’esperienza di Pininfarina nel design alle conoscenze ingegneristiche del gruppo indiano presente in novanta Stati del mondo. Il gruppo pagherà 1,1 euro per ognuna delle 22.945.566 azioni per un totale di quasi 25 milioni di euro. Poi Mahindra lancerà un’offerta pubblica di acquisto sulle altre azioni ed entro la fine del 2016 lancerà un aumento di capitale da 20 milioni di euro.

I vertici attuali di Pininfarina e quelli di Tech Mahindra concordano nel sostenere che le attività e i posti di lavoro in Italia sono al sicuro: “Ci sarà una crescita occupazionale grazie agli investimenti e all’arrivo di capitali”, ha spiegato l’attuale amministratore delegato Silvio Angori, mentre Gurnani ha affermato che l’unione dei clienti dell’azienda italiana e del gruppo indiano permetterà a Pininfarina di crescere nel mondo, non solo nel settore automotive, ma anche in quello degli yacht, degli aerei e dell’immobiliare.

La Fiom si augura che l’azienda torinese ne “esca rafforzata”: “Occorrerà a breve un confronto con la nuova proprietà per verificare dove andranno gli investimenti, oltre a rifinanziare il debito, e quindi quali garanzie deriveranno per l’occupazione”, ha dichiarato Federico Bellono, segretario provinciale dei metalmeccanici della Cgil. In autunno l’azienda aveva annunciato l’intenzione di licenziare 14 lavoratori e alla fine di novembre, dopo alcuni scioperi, la società e i sindacati avevano raggiunto un accordo per scongiurare i tagli: una decina di lavoratori avevano accettato l’uscita volontaria e incentivata, mentre altri lavoratori a rischio hanno ottenuto un part-time di trenta ore.

Con l’acquisto di Pininfarina da parte degli indiani, Torino e l’Italia perdono la proprietà di un’altra storica azienda del settore. Nel 2014 è fallita la carrozzeria Bertone mentre in estate Volkswagen ha acquistato il 100 per cento di Italdesign Giugiaro.

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