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Pasquale Scotti estradato in Italia, Henrique Pizzolato in Brasile: è uno scambio?

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Pasquale Scotti farà ritorno in Italia. Il Supremo tribunal federal brasiliano (una sorta di Corte costituzionale italiana) ha deciso. Venerdì oppure al massimo la prossima settimana sarà pubblicata la sentenza e da quella data decorreranno 20 giorni entro i quali rappresentanti delle forze dell’ordine italiane preleveranno il detenuto che ufficialmente passerà in custodia e sotto la tutela del nostro Stato. Pasquale Scotti ha sussurrato l’intenzione una volta giunto in Italia di rinegoziare le condanne, collaborando.

Già in passato è accaduto. L’ex primula rossa ancora più di prima vuole parlare. Non ci sta a passare solo per uno spietato killer della camorra. “E’ giunto il momento di raccontare la verità sugli anni della trattativa tra Stato, camorra e terroristi per la liberazione dell’ex assessore democristiano Ciro Cirillo ma anche di molto altro”. Parole sibilline che si aggiungono ai clamorosi frammenti di verità spifferati a persone a lui vicine come l’essere evaso – 31 anni prima – dall’ospedale civile di Caserta grazie all’aiuto dei carabinieri. Dichiarazioni che attengono a reati forse prescritti ma che meritano un approfondimento.

Pasquale Scotti nel corso dell’udienza di martedì è restato zitto. Era molto preoccupato. Sa che una volta detenuto in Italia, la sua famiglia (moglie e due figli piccoli) non potrà seguirlo. Il rischio è elevato. Esporrebbe i suoi cari a un grave pericolo e parliamo solo di ritorsioni della camorra. La decisione del Supremo tribunal federal brasiliano è stata molto veloce. Non si entra nel merito delle vicende contestate. Si procede con un’attenta analisi dei documenti prodotti dal pm del caso e dal legale rappresentante dell’Italia. Una volta esclusa la “persecuzione politica” – le carte italiane documentano di un killer di camorra in fuga e condannato a diversi ergastoli per 26 omicidi – scatta l’estradizione secondo il regolamento degli accordi bilaterali tra Italia e Brasile.

Non è tutto così semplice come appare. C’è un retroscena. “Anche se ci fosse stata in udienza preliminare una dimostrata ‘persecuzione politica’ nei confronti di Scotti – spiegano – ormai il caso era destinato a concludersi con l’estradizione”. “C’erano accordi precisi tra i due Paesi: una sorta di scambio organizzato”. A cosa si riferisce la fonte brasiliana? Nelle stesse ore in cui è stata decisa l’estradizione di Scotti ecco che in Italia è stata autorizzata l’estradizione dell’ex banchiere italo-brasiliano Henrique Pizzolato, condannato a 12 anni e 7 mesi di carcere in Brasile nell’inchiesta “Mensalao” e detenuto a Modena. Pizzolato nonostante il mobilitarsi della moglie e di molti parlamentari del Pd per le proibitive condizioni dei carceri brasiliani sarà estradato dall’Italia così come richiesto dalle autorità brasiliane. Solo coincidenze? Solo casualità? Lo scenario ipotizzato è chiaro. Tra Italia e Brasile potrebbe essere avvenuto uno scambio organizzato dopo l’arresto nel Paese sudamericano dell’ex super latitante della Nco di Raffaele Cutolo.

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Una vicenda complessa dai molti aspetti poco chiari. La stessa cattura di Scotti risulta strana, verosimile e circondata da misteri come la permanenza del super latitante a Recife. C’è una certezza: Pasquale Scotti custodisce molti segreti. Conosce fatti inediti della trattativa tra Stato e camorra. Buona parte della sua lunga latitanza ha usufruito di appoggi, aiuti, collegamenti. Qualcuno forse si è anche servito di lui. Quel qualcuno forse neppure apparteneva ai clan.

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