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Sondaggi, il Pd cresce e tocca il 35 per cento. Un punto in più per il M5S, perdono terreno Lega e Forza Italia

Secondo gli ultimi dati dell'Istituto Ixè, in esclusiva per Agorà (Raitre), la fiducia per il premier Renzi è al 31 per cento. Ma il 65 per cento degli intervistati non percepisce nessun miglioramento per la situazione economica. Se si andasse alle urne oggi, l'affluenza sarebbe del 63 per cento. Sul destino del sindaco Marino il campione è spaccato a metà
Sondaggi, il Pd cresce e tocca il 35 per cento. Un punto in più per il M5S, perdono terreno Lega e Forza Italia
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Il Partito democratico continua a crescere nei sondaggi, confermando così il trend delle scorse settimane. Anche il Movimento Cinque Stelle incassa quasi un punto percentuale in più. Sul fronte del centrodestra, invece, sia la Lega Nord che Forza Italia perdono terreno.

Sono questi gli ultimi dati dell’Istituto Ixè, in esclusiva per Agorà (Raitre), che danno il Pd al 35 per cento (+0,3 per cento rispetto a una settimana fa), il movimento di Beppe Grillo al 25,1 per cento (sette giorni fa era al 24,2), il Carroccio al 14,3 per cento (-0,3) e FI al 9,6 (-0,7),  Sel di Nichi Vendola è al 4,6 (una settimana fa era al 4,8). Fratelli d’Italia 3,3 per cento (3,4). Perde punti Area Popolare (Ncd e Udc) che è data al 2,8 (2,6), così come Rifondazione comunista che dall’1,1 passa a 1. Idv 0,6 per cento (0,5), Verdi 0,5 per cento (0,7) e Scelta civica 0,3 (0,2). Se si andasse alle urne oggi, l’affluenza sarebbe del 63 per cento.

Secondo l’Istituto, la fiducia per il premier Matteo Renzi rimane salda al 31 per cento. Quella nei confronti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è invece al 61 per cento. In testa, tra le istituzioni, Papa Francesco all’85 per cento. Anche se il quadro è complessivamente favorevole per il governo Renzi, rima alta la sfiducia del campione verso la ripresa economica, che non è percepita dal 65 per cento degli intervistati, contro il 34 per cento di ottimisti.

Il sondaggio per Agorà ha riguardato anche alcuni temi di stretta attualità. Sul destino del sindaco di Roma Ignazio Marino, finito al centro delle polemiche dopo l’inchiesta Mafia Capitale che ha travolto la sua giunta e il funerale-show di Vittorio Casamonica (solo per citare i casi di cronaca principali), il campione si spacca a metà tra chi pensa che debba dimettersi (il 48 per cento) e chi ritiene che il primo cittadino debba continuare a rimanere alla guida del Campidoglio (44 per cento).

Anche sulla costruzione del ponte sullo Stretto – tornato d’attualità dopo che il governo ha detto che prenderà in considerazione la proposta di Ncd – il fronte del sì e del no sono divisi da pochi punti. Il 49 per cento del campione è contrario, il 41 è favorevole, mentre il 10 per cento degli intervistati non si esprime. Più netta la percentuale di chi è contro un eventuale intervento militare dell’Italia in Siria per fronteggiare l’avanzata dell’Isis. Il 67 per cento boccia l’ipotesi, e solo il 31 per cento dice favorevole.

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