Vignetta suq papa

“Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio”. Così papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si “sulla cura della casa comune”. Parole forti ripetute in questi giorni durante il viaggio a Cuba e negli Stati Uniti, parole affiancate inscindibili a quelle sull’immigrazione (“Chiedete tutti perdono per le istituzioni e le persone che chiudono le loro porte a gente che cerca aiuto e cerca di essere custodita”) che fin dall’inizio papa Francesco rivolge al mondo e ad ogni platea (come dimenticare il primo viaggio a Lampedusa).

I temi di questa ecologia integrale, che riguarda l’ambiente e riguarda le persone, sempre a partire dal più debole, sono guarda caso gli stessi temi chiave del Suq delle Culture, che da domenica 27 settembre a domenica 4 ottobre si svolgerà per la prima volta a Milano, alla Fabbrica del Vapore di via Procaccini. “È la cultura non solo intesa come i monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo, che non si può escludere nel momento in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente”, dice ancora il Papa, e la descrizione calza perfettamente su quell’allegro “caos” variopinto che è il Suq (ideato nel 1999 a Genova da Carla Peirolero e Valentina Arcuri) tra spettacoli, cucine, danze, musiche, laboratori e l’artigianato dalle comunità immigrate e degli artisti di tanti Paesi differenti. Una realtà accessibile (l’ingresso è libero esclusi 4 spettacoli) da assaggiare, gustare, ascoltare letteralmente, e in cui perdersi con un po’ di sano caos dove è impossibile non sfiorarsi e ignorarsi.

“La visione consumistica dell’essere umano, favorita dagli ingranaggi dell’attuale economia globalizzata, tende a rendere omogenee le culture e a indebolire l’immensa varietà culturale, che è un tesoro dell’umanità. […]La scomparsa di una cultura può essere grave come o più della scomparsa di una specie animale o vegetale. L’imposizione di uno stile egemonico di vita legato a un modo di produzione può essere tanto nocivo quanto l’alterazione degli ecosistemi”. Frasi profonde, pensate, e quanto mai vere: le reali priorità e sfide del nostro tempo (altro che le sparate ignoranti e opportuniste di qualche politico da talk show) da cui dipende la nostra capacità di progettare un mondo più inclusivo per tutti, più sostenibile per il pianeta, più pacifico e interculturale per i popoli.

Vi aspettiamo dunque alla Fabbrica del Vapore di Milano! Si inaugura domenica 27 settembre alle ore 18.00, con i ritmi dei maestri delle percussioni, seguiti dall’omaggio dell’ecokit ai primi 100 visitatori. La serata avrà come protagonista indiscusso Moni Ovadia, che leggerà poesie del poeta palestinese Mohamed Darwish e Bertolt Brecht, con tanti ospiti in un reading collettivo per dire no al razzismo e ad ogni discriminazione; che si chiude con le danze di Afrotaranta della Paranza del Geco.
Tutte le informazioni e il programma completo sul sito ufficiale.

di Giacomo D’Alessandro

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