Sant’Anna di Stazzema perde ogni speranza di veder processare in Germania Gerhard Sommer, 94 anni, l’ultimo ancora in vita dei 10 ex ufficiali SS condannati in Italia, e mai estradati, per la strage versiliese del 12 agosto 1944, che costò la vita a 560 persone, soprattutto donne e bambini. La Procura di Amburgo aveva archiviato le indagini nel maggio scorso perché l’indagato non era in condizione di affrontare il processo.

L’ultima carta da giocare per Gabriele Heinecke, avvocatessa dei superstiti di Sant’Anna, era dimostrare il contrario. La sua speranza era che il figlio di un paziente ricoverato nella stessa struttura per anziani di Amburgo in cui si trova Gerhard Sommer, parlasse. L’uomo, infatti, sembrava pronto a sostenere che l’ex ufficiale SS non sarebbe affetto da una demenza progressiva, ma anzi, sarebbe perfettamente in grado di intendere e di volere. Il dubbio che Sommer non sia così debole come la perizia di Amburgo sostiene, lo ha avanzato a giugno dalle colonne del quotidiano tedesco Welt anche il giornalista Per Hinrichs, che accusa il proprio Paese di avere una “scarsa volontà” di “punire i responsabili”.

Ma all’ultimo, il testimone chiave si sarebbe tirato indietro: non se la sente più di testimoniare. Lo spiega l’avvocato in una lettera indirizzata in questi giorni ai superstiti Enrico Pieri ed Enio Mancini. Si chiude così ogni speranza per i santannini e per il loro avvocato, che da 10 anni lavorava con dedizione, senza volere niente in cambio, al servizio di Enrico Pieri, presidente dell’associazione Martiri, seguendo una vera e propria missione, un impegno personale oltre che professionale.
Enio Mancini, 77 anni, scampato alla strage grazie a un soldato che sparò in aria, dice a ilfattoquotidiano.it: “Non posso che ringraziarla per quello che ha fatto da dieci anni a questa parte. C’era questo barlume di possibilità, ma senza una sostanza reale. Era come una morte annunciata, in qualche modo, come quando un paziente è malato e si aspetta solo che muoia. Sospetto che queste procure tedesche abbiano avuto la precisa volontà di fare in modo che questo processo si estinguesse da solo, speravano che morissero o si rimbambissero del tutto i responsabili perché non fossero processati”.

Una vita appagante, 40 anni di carriera nell’esportazione di macchine, tre figli, una delle quali si prende oggi cura di lui nella casa di cura, Sommer, che non si è mai pentito, sarà così l’ultimo degli ufficiali della 16a SS Panzergrenadier Division “Reichsführer-SS” responsabili di Sant’Anna a morire in Germania da uomo libero, come hanno fatto, prima di lui, Alfred Schönenberg, Bruss Werner, Heinrich Schendel, Ludwig Heinrich Sonntag, Georg Rauch, Alfred Concina, Horst Richter, Karl Gropler e Ludwig Göring. Nessuno di questi, condannati all’ergastolo nel 2005 dal Tribunale Militare di La Spezia per “concorso in violenza con omicidio contro privati nemici pluriaggravata e continuata”, ha mai scontato un giorno di carcere.

La Germania, come fa di norma con qualsiasi suo cittadino, non concesse l’estradizione, né applicò, come è possibile fare, la condanna italiana sul proprio suolo. Decise di ricominciare le indagini per conto proprio, nonostante tra gli imputati ci fossero rei confessi. Otto mesi fa, fu lo stesso procuratore generale di Amburgo, Lutz von Stelle, a scrivere al sindaco di Stazzema Maurizio Verona di non farsi illusioni sulla possibilità di una riapertura del processo in Germania. L’epilogo, insomma, era già scritto.

Articolo Precedente

Torino, iniettava insulina nella flebo del figlio. Infermiera condannata a sette anni

next
Articolo Successivo

Milano, smantellata gang latinos “Barrio 18” che ha tentato di uccidere aggressore del capotreno

next