Aumenta il periodo di usufrutto, si accorcia il tempo di preavviso all’azienda, si prevedono soluzioni alternative come il part-time: queste le principali novità del Jobs act in tema di congedo parentale. Ma attenzione: si tratta di misure sperimentali limitate al 2015, che per essere prolungate avranno bisogno di nuove risorse. Con l’approvazione definitiva nel Consiglio dei ministri dell’11 febbraio, anche il decreto sulla conciliazione di vita e lavoro si appresta a diventare legge dello Stato. Lunedì il testo uscirà in Gazzetta ufficiale.

Le novità valgono solo per il 2015 – Prima di entrare nel merito dei vari provvedimenti, è necessaria una premessa. Queste misure sono una sperimentazione e varranno solo per quest’anno. La copertura finanziaria di 222 milioni, infatti, è sufficiente a coprire solo i restanti mesi dell’anno. Questo non significa che, il 31 dicembre, le novità cadranno nel vuoto. Ma, per assicurare continuità, saranno necessari nuovi decreti che rifinanzino le novità. In caso contrario, con il 2016 si tornerà al modello precedente.

Estensione del periodo fino ai 12 anni del figlio – I genitori potranno chiedere il congedo non più durante i primi otto anni di vita del bambino, ma nei primi dodici anni. In particolare, è portato da tre a sei anni il periodo in cui chi usufruisce di questa possibilità potrà godere anche del 30% dello stipendio. Dai sei anni in poi, invece, il congedo non prevede retribuzione. La norma si applica anche ai genitori adottivi: i termini di sei e dodici anni, in questo caso, si calcolano a partire dall’ingresso del minore in famiglia.

Al via il congedo parentale a ore – Finora, il congedo parentale a ore era possibile solo laddove fosse previsto dal contratto nazionale o aziendale. Con il Jobs act, tutti i genitori potranno scegliere la fruizione su base oraria, fino alla metà dell’orario medio giornaliero. Il congedo però non potrà essere cumulato con permessi o riposi.

Diminuisce il tempo di preavviso al datore di lavoro – Il genitore è tenuto ad avvertire l’azienda che andrà in congedo parentale, con un preavviso che, nel caso non sia previsto diversamente dal contratto, passa da 15 a cinque giorni. Se il congedo è a ore, questo periodo si riduce a due giorni.

Part-time al posto del congedo –  Anche il decreto sul riordino dei contratti parla del congedo parentale. La norma prevede che i genitori possano chiedere il part-time in alternativa al congedo parentale, fino al 50% delle ore, per uno stesso periodo di dieci mesi totali, finiti i quali si torna al tempo pieno. Questa misura, non essendo contenuta nel decreto sulla conciliazione tra vita e lavoro, non dura solo per il 2015, ma è di carattere strutturale.

Cosa non cambia del congedo: quanto dura e come fare richiesta – Rimane invariata la durata del beneficio. Il congedo può durare in complesso dieci mesi, che si ottengono cumulando i periodi di astensione dal lavoro presi da entrambi i genitori: il tetto è di sei mesi per la madre e sette per il padre. Nel caso in cui il figlio sia portatore di handicap, il congedo può estendersi fino a tre anni. Si può fare richiesta sul sito www.inps.it, attraverso i patronati o chiamando il contact center al numero 803164.

Novità anche per maternità e paternità – Da non confondere con quelli parentali, ci sono poi i congedi di maternità e paternità. Anch’essi sono stati in parte toccati dal Jobs act. In materia di maternità, in caso di parto anticipato, i giorni di astensione dal lavoro non goduti prima dell’evento potranno essere aggiunti a quelli successivi alla nascita, anche se la somma dei due periodi supera il limite complessivo dei cinque mesi. Inoltre, la madre può sospendere il congedo nel caso in cui il bambino venga ricoverato in ospedale. La paternità, invece, finora era prevista solo in caso di morte o grave infermità della madre. Con il Jobs act, invece, viene applicata anche quando la donna è una lavoratrice autonoma con diritto all’indennità. La possibilità di chiedere la paternità in caso di morte della madre, infine, è estesa dai lavoratori subordinati ai liberi professionisti.

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