L’assessore al Welfare del Comune di Bologna indagata per falso ideologico: avrebbe celebrato un matrimonio in ospedale pur sapendo che uno dei due coniugi, un 72enne morto quello stesso giorno, era incapace di intendere. “Non potevo saper nulla”, ha detto Amelia Frascaroli, “non era neanche il mio turno di reperibilità. Sostituii all’ultimo momento una mia collega assessore impegnata in consiglio comunale, che mi chiese se potevo andare io a celebrare questo matrimonio in extremis. Andai senza conoscere né il caso, né la situazione”. L’assessore è stata interpellata sull’indagine che la riguarda per le nozze da lei celebrate il 22 luglio 2013.

“Trovai una persona che non parlava”, ha spiegato l’assessore, “ma comunque rispondeva a cenni, a gesti. Dava evidenti segni di essere presente e vigile rispetto alle domande che gli venivano poste, con gesti eloquenti. Dopo di che, il resto lo accerterà l’autorità giudiziaria”. Frascaroli ha aggiunto che insieme alle pratiche, c’era un certificato di alcuni giorni prima che “diceva semplicemente” che il paziente “non era più spostabile”. La segreteria generale del Comune, ha detto ancora l’assessore, “mi spiegò che si possono produrre anche dieci atti che dicono se la persona è capace o incapace di intendere”, ma quella che conta “è quella attestata o valutata al momento del rito”.

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