Bambini con tre genitori biologici, ora è realtà. Anche il premier David Cameron ha detto sì e ha chiesto che venisse approvata la legge, dopo aver perso un figlio di 6 anni nel 2009 per una grave forma di epilessia. In quel Paese dei primati che è il Regno Unito, ora è stata superata anche un’altra frontiera. Già nel 2016, grazie al voto della Camera dei Comuni di martedì 3 febbraio, potrebbero nascere bambini nati con l’apparato genetico di tre persone diverse, due madri e un padre.

Un’innovazione tesa a prevenire e a sradicare certe malattie genetiche, resa possibile proprio dalle scoperte scientifiche britanniche e che è stata voluta dal governo conservatore in carica (alleato con il partito liberaldemocratico) e che è guidato appunto da Cameron. Al voto di martedì, ben 382 parlamentari di tutti gli schieramenti hanno dato il loro benestare alla legge, solo 128 quelli contrari, in un voto in cui le formazioni politiche hanno lasciato totale libertà di voto. Il Paese, tuttavia, non pare essersi spaccato, nonostante la delicatezza della questione e nonostante ancora sia vivo il ricordo di precedenti innovazioni finite male. Basti pensare alla pecora Dolly, nata da clonazione, morta di infezioni e debolissima, dopo gravi sofferenze.

L’opposizione, più che dalla gente comune, è però arrivata da una parte del mondo scientifico, preoccupata soprattutto per la possibilità di un futuro di “designer babies”, bambini creati su misura come dallo stilista o come in una ricetta di cucina. Molti esperti, inoltre, hanno sottolineato come ancora poco si sappia di queste tecniche, che nelle sperimentazioni animali hanno avuto percentuali di fallimento molto alte, si parla anche del 50% di problemi derivati dalle tecniche mitocondriali ora approvate.

Il rischio potrebbe essere quello di cancro o di invecchiamento precoce e – spiegano ora allarmati scienziati – queste persone nate con questa tecnica dovranno essere monitorate per tutta la vita, con grande stress psicofisico. La St Mary University e il suo dipartimento di bioetica, in particolare, hanno guidato la fronda dei contrari, ma anche dall’America ora arrivano voci allarmate. “Questo è un territorio inesplorato – ha avvisato il professor Paul Knoepfler, dell’Università della California – e, visto che questi bambini nasceranno con cambiamenti genetici ereditabili, si pone anche un rischio ancora ignoto per le future generazioni.

Il problema principale, spiegano gli studiosi, è che ancora non si conoscono le interazioni fra mitocondri e Dna nucleare. Questa metodologia prevede infatti l’unione dei gameti di padre e madre con l’apporto extra di Dna mitocondriale da una terza persona, una donna. La donna sana donerà il suo corredo di mitocondri all’ovulo della donna malata. E così malattie come il diabete o la distrofia muscolare potrebbero essere prevenute. Si stima ora che circa 150 coppie all’anno potranno beneficiare delle nuove tecniche e la donazione dei mitocondri, si calcola ancora, potrebbe aiutare in teoria circa 2.500 donne che al momento nel Regno Unito presentano particolare difetti genetici.

Le obiezioni principali di chi invece supporta la legge appena passata sono in particolare due. Innanzitutto, si eviteranno appunto tante malattie. Secondariamente, trattandosi di Dna mitocondriale, non verranno compromesse quelle caratteristiche uniche di ogni individuo che derivano dai geni di mamma e papà. Fattori come il colore degli occhi e dei capelli, la conformazione del viso, la statura e tanto altro sono infatti collegati al Dna nucleare dei gameti dei genitori e non ai mitocondri. Un papà e due mamme quindi, ma una di queste assai meno mamma dell’altra.

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