Il Tribunale di Salerno ha condannato il sindaco della città Vincenzo De Luca a un anno di reclusione per abuso d’ufficio per la realizzazione del termovalorizzatore. De Luca, candidato alle primarie Pd per la Regione Campania, è stato anche interdetto per un anno dai pubblici uffici. I giudici hanno concesso la sospensione della pena. A emettere la sentenza di primo grado sono stati i giudici della seconda sezione penale, al termine della camera di consiglio durata circa sei ore. I pm avevano chiesto 3 anni di reclusione per abuso d’ufficio e peculato.

Ad aprire la questione politica è stato il suo rivale politico, l’attuale governatore campano di centrodestra Stefano Caldoro. Che però ha twittato in suo favore: “Condanna De Luca. Vale il principio garantista, si trovi una soluzione perché possa partecipare alle competizioni elettorali”. Di ben altro tenore la richiesta di Andrea Cioffi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato: “Di recente, il sindaco di Salerno aveva confermato pubblicamente che, in caso di condanna, si sarebbe dimesso. Bene, siamo ansiosi di assistere al suo primo vero gesto di responsabilità: De Luca chieda scusa ai cittadini e vada a casa”.

“Ci aspettavamo l’assoluzione, comunque faremo appello”, commenta l’avvocato Paolo Carbone, difensore del sindaco. “Non voglio commentare, ma non mi aspettavo certo questo epilogo”, ha detto Alberto Di Lorenzo, capo staff dello stesso De Luca, anche lui condannato a un anno di reclusione per abuso di ufficio, insieme al dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune, Domenico Barletta.

Lui prende atto della condanna e non solo non cambia programmi  rispetto ai suoi impegni politici, ma chiede a tutto il Pd di fare una “grande battaglia” per lui: “Apprendo di una mia condanna per abuso di ufficio – si legge nel suo comunicato. Mi auguro che questa vicenda sia assunta sul piano nazionale – in primo luogo dal Pd – come l’occasione per una grande battaglia a difesa delle persone perbene e degli amministratori che dedicano una vita al bene pubblico, ma sono costretti a vivere un calvario. Mi auguro che le carte processuali siano rese pubbliche, siano lette da tutti e in tutte le sedi: che si svilippi una discussione pubblica, che si ragioni a voce alta su cosa è diventato il diritto in Italia. In queste condizioni, ben presto non ci sarà più nessuna persona perbene disponibile ad assumere responsabilità pubbliche, ma avremo soltanto o delinquenti o ignavi. Io non ho nessuna intenzione di mollare. Da oggi comincia una grande battaglia di civiltà“.

“Se dovessi essere condannato rispetterei la legge, rigorosamente, come sempre”, aveva detto ieri De Luca intervenendo a “Otto e mezzo”. “Non so quanti in Italia hanno fatto come me, sono uno che ha rinunciato alla prescrizione per ben due volte. Rispetto rigorosamente l’autonomia della magistratura, credo che dobbiamo avere senso delle istituzioni. Rifarei dal primo all’ultimo tutti gli atti amministrativi che ho fatto”.

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