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Elena Ceste, i legali della famiglia: “Difficile stabilire come sia morta”

Ancora nessun risvolto nelle indagine. E sul marito della 37enne, unico indagato per la vicenda, i genitori della donna si sono detti "perplessi e increduli. Michele è innocente, almeno fino a prova contraria"
Elena Ceste, i legali della famiglia: “Difficile stabilire come sia morta”
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“Sarà difficile dimostrare come è morta Elena Ceste“. Questo è quanto sostenuto dai legali della famiglia della donna di 37 anni, scomparsa il 24 gennaio e il cui corpo è stato trovato il 18 ottobre scorso nelle campagne di Asti. I due avvocati della famiglia, Debora Abbate Zaro e Carlo Tabbia, del foro di Torino, hanno nominato il medico legale Roberto Testi consulente di parte specificando che “probabilmente sarà più semplice escludere alcune cause piuttosto che affermare con certezza in che modo sia morta”. Abbate Zaro e Tabbia hanno ribadito la necessità di attendere “l’esito delle attività della magistratura, in cui riponiamo la massima fiducia. Chiediamo però ai media di rispettare il dolore della famiglia, e di allentare la pressione mediatica, in questi giorni particolarmente forte. Lo chiediamo per la famiglia e, in particolare, per i quattro bambini” di Elena e suo marito Michele.

Tre sono le possibili cause della morte della casalinga di Asti: l’omicidio, il suicidio e l’incidente. Ma la donna è stata trovata senza vestiti, pertanto le ultime due ipotesi potrebbero essere escluse dagli inquirenti. L’unico iscritto nel registro degli indagati è il marito della Ceste Michele Buoninconti che venerdì 24 ottobre ha ricevuto l’avviso di garanzia ed è indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Alla notizia che il genero è indagato, i genitori della 37enne hanno dichiarato di essere “perplessi e increduli. Michele è innocente, almeno fino a prova contraria” e la loro fiducia sul padre dei loro nipoti rimane “immutata”. I coniugi Ceste, inoltre, sull’ipotesi che Elena possa essersi uccisa hanno dichiarato di non essersi “mai accorti di un disagio tale da portarla al suicidio”. Dopo il ritrovamento del corpo della figlia, i due “per la prima volta, hanno metabolizzato che possono essere successe delle cose che loro non avevano ipotizzato. Loro hanno sempre sperato che Elena fosse viva e tornasse a casa” hanno riferito gli avvocati della famiglia. Dai nuovi sopralluoghi nella zona nei pressi del rio Mersa, il canale di scolo in località Motta in cui è stato trovato il corpo di Elena, continuano a rinvenire resti della donna, nella giornata odierna 29 ottobre sono stati trovati denti e ossa dopo le mani e i piedi ritrovati nei giorni scorsi.

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