Cultura

Roma, non solo Colosseo. Tripadvisor e il New York Times scelgono le domus

Le abitazioni romane, secondo Tripadvisor e Federculture, piacciono di più ai turisti anche dei Fori Imperiali e la Cappella Sistina. Questa popolarità è valsa loro un posto all'interno della "Top 25 Destinations World", i 25 luoghi da vedere nel mondo, stilata dal celebre sito di recensioni

di Manlio Lilli

Si pensa al patrimonio di Roma ed immediatamente si va con il pensiero al Colosseo. Magari ai Fori romani. Forse alla Cappella Sistina. Sono loro i simboli della Città. I Beni Culturali più apprezzati. I tour operator nei pacchetti per i turisti di tutto il mondo vanno sul sicuro, includendo quei luoghi della Storia. I Capi di Stato in visita nella capitale chiedono di visitarli. Come accaduto qualche mese fa ad Obama. Il numero degli ingressi registrati, anche in occasioni di aperture straordinarie, è in continua crescita. Tutto il resto, monumenti ed aree archeologiche, chiese e palazzi, musei e spazi culturali sparsi dal centro alle periferie, quasi scompare di fronte a quelle corazzate, dall’appeal impareggiabile.

Non è propriamente così. In cima alla classifica dei luoghi più apprezzati di Roma c’è dell’altro. Le domus romane sotto Palazzo Valentini, in via IV Novembre, a due passi da Palazzo Venezia. Lo dice Tripadvisor che le mette come prima attrazione della Capitale nella classifica delle Top 25 Destinations World. Lo conferma anche Federculture.

Come riporta il sito online di Civita e, con maggiori particolari, quello della Provincia di Roma. Tutto è iniziato nel 2004 con la scoperta di alcuni resti antichi nei sotterranei del seicentesco Palazzo della Provincia. Anche se soltanto l’avvio delle indagini archeologiche, con la direzione scientifica della Sovrintendenza archeologica comunale nel 2006, e un successiva campagna di scavo nel 2009 hanno permesso la scoperta dei resti di età imperiale estesi su circa 1800 mq., oltre che di sculture di grandi dimensioni. Un complesso a breve distanza dalla Colonna Traiana, costituito da due distinti siti. Uno con due domus romane, che per la ricchezza degli apparati decorativi e la ampiezza del complesso termale si è ipotizzato potessero essere appartenute a personaggi di rilievo. L’altro con le “Piccole Terme di Traiano”, una vera e propria area termale.

“Una scoperta eccezionale”, a detta di Eugenio La Rocca, direttore degli scavi. Una delle tante che la città regala, di tanto in tanto. Della quale si è occupato nell’aprile 2011 anche il New York Times in un pezzo intitolato “Under Rome, a Trip Back to Imperial Times”. A fare la differenza in questa circostanza è stato quel che è seguito. I lunghi restauri, finanziati dalla Provincia di Roma, terminati nel 2010. La ricostruzione multimediale realizzata grazie alle tecnologie della Mizar di Roma e il progetto di Piero Angela e Paco Lanciano. Utilizzando le tante informazioni che gli archeologici avevano acquisito nel corso dello scavo, poi rielaborate nelle successive fasi di studio. Così le pareti hanno riacquistato i colori originari, sono ricomparse le decorazioni e le finestre e le colonne sono ricostruite per l’intera altezza. “Ho cercato di mettermi dalla parte del visitatore, di pensare come io avrei voluto vedere  uno scavo archeologico (….), entrare dentro le pietre, cogliere lo spirito, l’atmosfera, sentire le persone, dare vita a quei luoghi”, affermava Angela in occasione dell’apertura del sito nel 2009. Così L’archeologia ha ripreso vita. Con un’operazione che è stato possibile realizzare con un finanziamento complessivo della Provincia di 1,6 milioni di euro, ai quali si sono aggiunti 4,7 milioni con la legge per Roma Capitale e 200 mila euro della Fondazione Roma. Per questo la mostra permanente aperta al pubblico nel dicembre 2009 si è trasformata in un autentico successo. Indiziato dalla necessità di prenotare la visita. La discesa all’area archeologica diventa un viaggio. Non solo nel tempo. Ma anche nella capacità umana di rispondere all’esigenza dell’abitare. Si accede alle domus camminando su pavimenti trasparenti che permettono, attraverso un’adeguata illuminazione, di guardare “sotto”, ma anche, attraverso la videografica, di osservare nella ricostruzione. A fare da guida tra un ambiente e l’altro della residenza, la voce di Angela. Che racconta le abitudini dell’ex padrone di casa, la vita quotidiana al tempo nel quale Roma era al centro del potere.

Proprio le migliaia e migliaia di persone che in questi anni hanno calpestato i pavimenti virtuali di quella straordinaria area archeologica hanno decretato la bontà dell’esperimento di Palazzo Valentini. Facendone a tutti gli effetti una delle operazioni culturali in assoluto più riuscita a Roma, negli ultimi anni. Le atmosfere e le suggestioni di Superquark innestate in uno spazio pluristratificato di Roma. Il progetto-pilota delle Domus di Palazzo Valentini ora riproposto in maniera più matura nello spettacolare scenario del Foro di Augusto, con la regia del Comune. Anche qui con successo. Dimostrando che è necessario far i conti con processi comunicativi che sappiano essere coinvolgenti. Che sappiano parlare a Tutti.

“Offrire all’Italia e al mondo un esempio di come, valorizzando il patrimonio archeologico della provincia, si possano compiere dei fatti per vivere diversamente una città come Roma, …”. Così diceva Nicola Zingaretti da Presidente della Provincia di Roma, nel dicembre 2009, presentando l’apertura dell’area archeologica. Aldilà delle singole questioni il punto continua a rimanere quello, in tema di Patrimonio culturale. Costruire esempi virtuosi. Da replicare.

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