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ExpoLeaks, giornalismo e tecnologia contro la corruzione

ExpoLeaks, giornalismo e tecnologia contro la corruzione
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E’ emerso un sistema di corruzione con un giro milionario di tangenti, ci sono tre inchieste aperte e sette mandati d’arresto. Dopo gli scandali che hanno coinvolto Expo 2015, il centro di giornalismo di inchiesta Irpi (Investigative Reporting Project Italy) lancia ExpoLeaks, la prima piattaforma web indipendente di whistleblowing anonimo che raccoglierà segnalazioni di corruzione legati ai lavori dell’Esposizione Universale di Milano.

“Expo 2015 è uno dei più grandi eventi mai organizzati in Italia. La fiera internazionale dovrebbe rappresentare un’occasione unica per l’Italia di diventare nuovamente luogo di cultura e innovazione – spiegano gli autori di ExpoLeaks -. E invece si è trasformata nell’ennesimo vortice di scandali, contro cui il primo ministro Renzi si è trovato costretto ad istituire una task-force anti-corruzione. Sono questi i motivi che ci hanno spinto a creare ExpoLeaks, dove giornalismo e tecnologia informatica si fondono a difesa della trasparenza”. 

Attraverso ExpoLeaks, è possibile condividere in modo completamente anonimo e sicuro informazioni e documenti relativi a possibili forme di illecito legate ai lavori di Expo 2015. ​In gioco ci sono 11 miliardi di investimenti, di cui 1,3 miliardi di fondi pubblici

“Sei a conoscenza di possibili condotte irregolari, casi di corruzione o mancanza di trasparenza che riguardano la costruzione di Expo 2015 e vuoi denunciarli all’opinione pubblica ma hai dei timori per la tua incolumità o possibili ripercussioni? – chiedono i giornalisti – ExpoLeaks è concepita per dare uno spazio a tutti coloro che sono coinvolti nella mostra universale, dai cittadini ai funzionari pubblici, dagli operai ai dirigenti, dai volontari agli imprenditori”.

L’anonimato dei whistleblowers – i cittadini che “soffiano nel fischietto” – è garantito dalla piattaforma GlobaLeaks, creata dall’hacker italiano Arturo Filastò, e combinata con l’utilizzo del programma ‘Tor’ da parte dell’utente. 

Appena ricevute, le segnalazioni saranno verificate da un team di giornalisti investigativi coordinati dal consorzio Irpi, con la tecnica del cross-checking, incrociando le diverse fonti, dati e documenti. Dopo le verifiche si inizierà a sviluppare le inchieste che verranno pubblicate sul sito di ExpoLeaks e su varie testate, a partire da Wired Italia, media partner del progetto.  

ExpoLeaks è reso possibile grazie allo sforzo di due esperienze italiane uniche nel loro genere: è stato concepito e verrà gestito dal primo centro di giornalismo di inchiesta italiano Irpi (Investigative Reporting Project Italy), mentre la parte informatica è realizzata dal Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali. Il progetto, infine, punta alla sostenibilità attraverso una campagna di crowdfunding già attiva sulla piattaforma Kriticalmass.

Dalla sua apertura ExpoLeaks ha generato un dibattito in rete significativo, che è stato raccolto nello storify dal titolo: “Corruzione e appalti pubblici, cosa possono fare giornalisti e whistleblowers”. 

Questa piattaforma si ispira a WikiLeaks, ma con una sostanziale differenza perché il materiale inviato viene verificato prima da un team di giornalisti investigativi e pubblicato successivamente su diverse testate giornalistiche, oltre che sul sito. Il meccanismo di protezione e verifica della fonti viene spiegato bene nella pagina “Gestione dei dati e protocollo di sicurezza”. 

ExpoLeaks è un progetto che segue a IrpiLeaks, la piattaforma online di whistleblowing dell’Irpi, mettono assieme nuove tecnologie e giornalismo d’inchiesta per informare i cittadini. 

Foto: ExpoLeaks.it

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