Il rinvio del raggiungimento dell’obiettivo di medio termine sul pareggio strutturale di bilancio non metterebbe l’Italia in una buona posizione nei confronti del rispetto degli impegni sottoscritti e inseriti nella propria Costituzione“. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, precisando che “se la ripresa economica in Italia dovesse fallire e se il Paese dovesse tornare in recessione, le regole permetterebbero di riconsiderare automaticamente l’aggiustamento richiesto nel percorso verso l’obiettivo di pareggio di bilancio”.

In ogni caso per Rehn l’Italia “deve compiere un adeguato sforzo strutturale in modo da affrontare il proprio debito pubblico molto elevato che è il maggior peso sulla crescita economica del Paese“. E in virtù del quale “è importante che l’Italia mantenga un ritmo considerevole di consolidamento fiscale” in grado di produrre crescita e basato sulla razionalizzazione della spesa pubblica. A rafforzare il messaggio si è aggiunto il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, che “ci sono Paesi in cui ci sono livelli altissimi di debito pubblico, non possiamo abbassare la guardia allentando i nostri sforzi per la riduzione del debito – ha detto presentando le raccomandazioni di Bruxelles per gli specifici Paesi – Non c’è contraddizione tra consolidamento dei conti pubblici e crescita”. 

Ottimismo, in ogni caso, dal fronte italiano. “Commissione Ue apprezza riforme italiane. Debito alto, lo sapevamo: acceleriamo riforme e privatizzazioni per ridurlo in modo sostenibile”, è stato il tweet con cui  il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha commentato la pagella di Bruxelles, mentre il suo dicastero si è spinto a garantire in una nota che: “Gli obiettivi saranno raggiunti senza ulteriori interventi”. Anche perché, sostiene il Tesoro, le stime sul debito “non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni”.

Quindi il bicchiere mezzo pieno: la promozione delle “riforme italiane” da parte di Bruxelles con tanto di “forte apprezzamento per l’Agenda di Riforma 2014, contenuta nel Programma Nazionale di Riforma di aprile che, con il suo preciso e serrato cronoprogramma definisce la strategia del governo e lo impegna al rispetto delle scadenze indicate. La Commissione condivide pienamente le priorità suggerite dal governo, iniziando dalla piena attuazione della delega fiscale e delle deleghe del Jobs Act. A breve saranno varate le due importanti riforme sulla giustizia e sulla Pubblica Amministrazione indispensabili per creare un contesto amministrativo e un ambiente imprenditoriale più favorevole allo sviluppo del Paese e capace di essere nuovamente attrattivo per gli investitori esteri”. Il governo, continua la nota del Tesoro “sin dal suo insediamento, ha valutato come fondamentale un rafforzamento del capitale umano, attraverso un sistema educativo moderno, efficace e digitalizzato, dove il merito e il valore sia centrale nella valutazione dei formatori e delle strutture educative. La Garanzia Giovani, le misure a sostegno della formazione e del tirocinio in alternanza scuola-lavoro sono al centro della strategia dell’Italia”.

Dal punto di vista fiscale, poi, secondo il Tesoro “la Commissione conferma che l’Italia rimane fra i Paesi virtuosi con un deficit/PIL al di sotto del 3%. Allo stesso tempo invita il Paese a monitorare il disavanzo strutturale e il rispetto della regola del debito in quanto, secondo le stime della Commissione, potrebbe essere necessario un aggiustamento aggiuntivo. Queste stime però non tengono conto di alcune voci”, quelle appunto relative alle “minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni”. L’esecutivo è dunque ”fiducioso che gli interventi pianificati consentiranno di raggiungere gli obiettivi indicati nel Programma di Stabilità e conferma il proprio impegno a introdurre e implementare le riforme strutturali che il Paese attende da lungo tempo”. 

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