Promette una “violenta lotta alla burocrazia“, lancia un appello alle banche per aiutare anche gli artigiani e non solo le aziende, rilancia il concetto di autorottamazione (“Se non ce la faremo, sarà per incapacità”) e colora tutto di ottimismo: “Vedo una Italia viva più di prima, non certo una Italia raggrinzita, che dimostra non solo che ce la possiamo fare, ma che ce la dobbiamo fare”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi visita il Salone del mobile di Milano e i cantieri dell’Expo: “Questa non è una passerella, qui ci sono le storie dell’Italia, ma uno spazio per il futuro. Non siamo qui a raccontare un glorioso passato di successi, siamo qui a immaginare un pezzo di futuro”.


D’altra parte, aggiunge, “io non interpreto il mio ruolo come uno che sta qui a scaldare la sedia, io sono qui per cambiare”. Dunque la politica deve “partire da se stessa” quando si parla di lotta alla burocrazia. Non resiste al consueto gioco di parole: “Il problema in Italia è l’F24, più che gli F35″. In Italia bisogna “togliere un sistema burocratico opprimente”, riformare la politica, “un sistema fiscale non degno di questo Paese, una giustizia che non può avere quattro volte i tempi dei Paesi concorrenti”. “Quando Michelangelo ha realizzato il David ai fiorentini che gli chiedevano come avesse fatto lui rispondeva: ‘Basta liberare il marmo che c’è in più'”, racconta il premier. “Lo stesso bisogna fare in Italia: liberare tutto ciò che è in più e restituire fascino e stupore” al Paese. 

Certo, la battaglia all’evasione fiscale va fatta e “va fatta incrociando dati e non con gli spot, una volta a Cortina e poi da un’altra parte”, sottolineando che bisogna dire basta ai “furbi”. Poi il ruolo delle banche: “Quando c’è stato da trovare le risorse per restituire in busta paga a chi non ce la fa – dice – abbiamo chiesto un sacrificio alle banche che non possono pensare di essere salvate dagli Stati come è accaduto in Europa e non essere pronte a fare la propria parte nella vita di tutti i giorni delle famiglie”. “Rispettiamo e incoraggiamo il sistema di credito – aggiunge – ma ci sia un’attenzione più forte perché non è accettabile che un piccolo artigiano si veda rifiutare un mutuo o fido perché ci sono parametri e poi per le grandi aziende non valgono mai”.

Quella di Renzi e della sua squadra è una sfida: “Da qui a un anno o ci sono risultati o vorrà dire che anche noi siamo dei chiacchieroni. Ma siccome sono convinto che i risultati ci saranno, ci rivedremo qui l’anno prossimo per brindare”. In Italia deve prevalere un’idea della “politica come servizio e non come occupazione di poltrone: se si riesce bene, sennò si va a casa” precisa il capo del governo. Il presidente del Consiglio ha ricordato le riforme istituzionali del governo che stanno tagliando “i costi e i posti” della politica. Una sfida che non è fine a se stessa. Nel mondo “c’è una domanda d’Italia che è più grande di noi: dobbiamo solo essere noi stessi – afferma – L’Italia è un Paese produttore e portatore sano di bellezza“. Gli italiani di se stessi hanno un’opinione “tutta in negativo”, ma “nel mondo significa essere creatori di passione, entusiasmo, bellezza. Dietro alla bellezza dell’arte c’è sempre stata l’italianità”.

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