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Riforme, Napolitano firma il ddl del governo “senza correzioni”. Testo in Senato

Il presidente aveva ricevuto venerdì una versione non competo del progetto di riforma governativo su Palazzo Madama e Titolo V. Ora il via libera. Grasso: "Già affidato a Commissione". Il premier: "Discutiamo, ma non si torni da capo". E attacca chi nel Pd cerca "visibilità"
Riforme, Napolitano firma il ddl del governo “senza correzioni”. Testo in Senato
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Il disegno di legge di riforma costituzionale approvato in consiglio dei ministri “è stato firmato stamane dal Capo dello Stato non appena pervenuta la relazione illustrativa”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale. “La trasmissione al Parlamento -prosegue la nota- avviene a cura della presidenza del Consiglio dei ministri. E’ pertanto destituita di fondamento la notizia secondo cui sarebbero state apportate correzioni dalla Presidenza della Repubblica al testo trasmesso dal governo dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri”.

Come anticipato da ilfattoquotidiano.it, il testo era arrivato a Giorgio Napolitano privo della relazione illustrativa. Testo che poi fonti di Palazzo Chigi hanno annunciato in arrivo per la serata di ieri. Oggi la firma del Colle, “senza correzioni”.

Alla firma di Napolitano è seguita l’immediato incardinamento parlamentare: “E’ stato presentato al Senato, questa sera, il disegno di legge costituzionale di riforma del bicameralismo e del Titolo V della Costituzione”, si legge in una nota di palazzo Madama. “Il presidente Pietro Grasso ha immediatamente assegnato il disegno di legge alla 1a Commissione permanente”. E il presidente Grasso ha voluto rimarcarlo con un tweet.

Matteo Renzi saluta la svolta mentre è impegnato a presentare il Def a palazzo Chigi, in una giornata in cui l’apertura del Movimento Cinque Stelle al progetto alternativo della sinistra Pd stilato da Vannino Chiti mette a rischio i numeri al Senato: “Noi rispettiamo tutti, discuteremo ancora in dettaglio sulla riforma del Senato, che è arrivata a Palazzo Madama dopo la verifica del Colle ma non si rimette tutto in discussione come se dopo 20 anni sia ammissibile tornare da capo”. Sul tema, secondo il premier, “ogni giorno se ne vede una nuova, c’è un’ansia di visibilità anche tra chi appartiene al mio partito, c’è un bisogno di dimostrare che si esiste lanciando ipotesi che non hanno possibilità di essere realizzate”.

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