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Debiti Stato, bozza ddl: “Chi non paga non assume”. Ma per la sanità non vale

Debiti Stato, bozza ddl: “Chi non paga non assume”. Ma per la sanità non vale
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Le pubbliche amministrazioni che registreranno ritardi nel pagamento dei debiti superiori a 60 giorni nel 2014 e 30 giorni dal 2015, non potranno procedere “ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale”, compresi i collaboratori. Lo si legge in una bozza del ddl sui debiti della pa anticipata dall’Ansa. Dalla quale emerge tuttavia che c’è già un’eccezione alla regola costituita dagli enti del Servizio Sanitario Nazionale, cioè una delle strutture pubbliche più in ritardo nei pagamenti.

Altro punto del ddl, quello che applica agli enti locali norme già sperimentate in passato per le famiglie il fatto che le Regioni potranno ristrutturare il proprio debito allungandone le scadenze fino a 30 anni, con una riduzione della rata annua di circa 164 milioni l’anno. Sul fronte dei creditori, invece, si amplia la platea dei crediti che le imprese vantano nei confronti delle amministrazioni pubbliche che possono essere compensati con le somme dovute per cartelle esattoriali:  il termine entro il quale devono essere notificate le cartelle oggetto della compensazione, sarà prorogato al 30 settembre 2013 dal 31 dicembre 2012.

Il governo poi promette un monitoraggio “continuo e sistematico” della situazione debitoria dello Stato attraverso una piattaforma telematica, dove le pa dovranno comunicare, entro il 15 di ciascun mese, le informazioni sui debiti non estinti. La mancata comunicazione comporterà la responsabilità dirigenziale e disciplinare dei manager pubblici.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ribadisce gli impegni scommettendo in televisione con Bruno Vespa: “Il 21 settembre se abbiamo sbloccato tutti i debiti della pubblica amministrazione, lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario”. Il premier spiega di non poter fare prima perché c’è “un ddl non un decreto”, ma assicura che entro “il 21 settembre li paghiamo tutti”.

 

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