Per il Tribunale di Parma gli autovelox in tangenziale sono regolari e quindi lo sono anche le oltre 75mila multe elevate dal 16 gennaio 2013 sull’arteria sud della città. Il giudice Nicola Sinisi ha respinto il ricorso del Movimento Nuovi consumatori e “La Pomelli Due s.a.s”, che avevano chiesto la disattivazione dei dispositivi per il rilevamento della velocità, condannandoli a pagare le spese legali a favore dell’amministrazione Cinque stelle. Un pronunciamento che va nella direzione opposta delle oltre 300 sentenze dei giudici di pace, che hanno dato ragione agli utenti multati, definendo gli autovelox irregolari e annullando il pagamento delle contravvenzioni.

Dal botta e risposta tra Cinque stelle e Movimento Nuovi consumatori, la “guerra” dei velox prosegue a suon di documenti e carte di tribunali. Il Movimento guidato da Filippo Greci proprio nei giorni scorsi ha presentato un nuovo esposto in Procura, chiedendo le dimissioni del sindaco Federico Pizzarotti e dell’intera giunta: “Hanno raccontato bugie ai cittadini, hanno mentito a tutti”. In mano, le carte che dimostrano che l’autorizzazione di Anas per l’installazione dei dispositivi è arrivata solo l’8 ottobre 2013, anche se i velox sono attivi dal 16 gennaio 2013. Nel documento è scritto che “l’autorizzazione avrà la durata di anni 5 a decorrere dal 16 dicembre 2012”, ma secondo Greci un atto amministrativo non può essere retroattivo.

Tra le accuse mosse al sindaco dal Movimento, anche quella di avere delegato con un’ordinanza 38 dirigenti, ispettori e agenti della polizia municipale a presenziare alle udienze di fronte ai giudici di pace per le controversie del codice della strada, come gli annullamenti delle multe degli autovelox. “Ci sono numerose udienze al giorno, visto la mole dei ricorsi – spiega Greci – e gli agenti vengono distolti dalla loro funzione di controllo per la pubblica sicurezza, sulla base di una norma che è decaduta”.

Dal Tribunale però soffia un vento contrario al Movimento Nuovi consumatori. Oltre a respingere il ricorso, il giudice ha colto l’occasione per mettere una volta per tutte un po’ di chiarezza sulla vicenda velox, approfondendo la questione della legittimità, come si legge nella sentenza, “allo scopo non solo di decidere sul ricorso, ma di offrire un contributo alla soluzione di una controversia che vede coinvolti numerosi utenti”.

Il Tribunale respinge uno a uno gli elementi portati dall’associazione a prova della presunta abusività dei velox, smentendo anche le motivazioni dei giudici di pace che si sono pronunciati contro il Comune. Secondo il giudice infatti sono da ritenersi regolari sia l’autorizzazione di Anas per l’installazione degli apparecchi, sia quella rilasciata dal prefetto per la loro collocazione sulla tangenziale. “Va esclusa pertanto – scrive il giudice – la dedotta abusività della posa dei dispostivi in questione, avvenuta invece rispettando la normativa vigente”. Stesso vale anche per il posizionamento e la segnaletica sui limiti di velocità dei 70 chilometri orari.

“Questa sentenza – ha commentato l’assessore Cristiano Casa – pone termine a troppi equivoci e speculazioni su una materia così delicata, rispetto alla nostra azione, ispirata in primo luogo a garantire la sicurezza dei cittadini in situazioni di oggettivo pericolo, come correttamente constatato dal prefetto nel rilasciare l’autorizzazione. E soprattutto ci dice che il Comune ha agito in piena legittimità”.

Il Movimento Nuovi consumatori però non si dà per vinto ed è già pronto a impugnare il verdetto del Tribunale, anche alla luce dei nuovi documenti sulle autorizzazioni Anas che non erano stati presentati al tempo del ricorso. “Oltre 300 sentenze di vittoria ottenute in questi mesi non possono né debbono essere considerate un caso – ha replicato il presidente nazionale Greci – Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto fino ad oggi ed il coraggio civile dei giudici di pace stessi che hanno giudicato liberamente, con scienza e coscienza, senza tenere conto di alcuna pressione, giacché quasi 10 milioni di euro incassati, costituiscono un buon strumento di pressione per chiunque, considerato anche il costo della cause che il Comune di Parma sarebbe stato costretto a corrispondere a titolo di risarcimento danni in caso di sconfitta”.

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