Alitalia vale zero per i francesi. ”Considerata l’incertezza della situazione del gruppo italiano, Air France-Klm ha deciso di svalutare totalmente il valore delle azioni detenute”, riferiscono gli allegati finanziari alla presentazione dei conti trimestrali della società franco-olandese. “La decisione – prosegue il documento – è stata presa dopo il consiglio di amministrazione (di Alitalia, ndr) del 14 ottobre che ha approvato l’aumento di capitale da 300 milioni di euro”.

Pertanto la quota di competenza di Air France-Klm delle perdite di Alitalia così come un accantonamento per svalutazione sono stati registrati nel bilancio trimestrale per un importo di 202 milioni di euro, nell’ambito delle società valutate a patrimonio netto. La svalutazione, in ogni caso, non include “al momento” l’ammontare delle obbligazioni convertibili in azioni di cui il gruppo franco-olandese è titolare, pari a “23 milioni di euro”.

La notizia è arrivata a 24 ore dalle indiscrezioni secondo le quali la compagnia francese non intende partecipare all’aumento di capitale di Alitalia di cui prevede una nuova crisi finanziaria per l’inizio dell’anno prossimo. Il gruppo d’Oltralpe ha comunque tempo fino a metà novembre per decidere se partecipare all’operazione. E potrebbe tornare in gioco tra il 16 novembre e il 31 dicembre, quando sarà possibile sottoscrivere l’inoptato, cioè le quote avanzate dagli altri soci.

La compagnia franco-olandese, intanto, ha pubblicato i conti trimestrali. In un terzo trimestre ”difficile” e “marcato dalla forte rivalutazione dell’euro”, Air France-Klm ha registrato un fatturato sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo del 2013 (7,2 miliardi di euro contro 7,18, in rialzo dello 0,4%), ma ha migliorato di oltre il 29% il risultato operativo corrente, a 634 milioni di euro, grazie ai primi benefici del piano di riassetto in corso. Cala invece l’utile netto a 144 milioni (-del 51,4%), per effetto di un onere fiscale di 140 milioni e una perdita da 137 milioni legata alla quota parte nel risultato di Alitalia e alla svalutazione del valore residuale dei titoli della compagnia italiana. Considerando i primi nove mesi dell’anno, i conti del gruppo franco olandese restano in rosso, ma la perdita è ridotta di oltre 300 milioni di euro 649 milioni contro i 980 dello stesso periodo del 2012.

Nonostante il miglioramento, però, Air France – Klm ha annunciato lo slittamento di un anno, cioè a fine 2015, dell’obiettivo di riduzione di 2 miliardi del debito netto attualmente a 5,4 miliardi di euro, “a causa della debolezza della crescita economica, della volatilità dei prezzi del petrolio e delle valute”. Il gruppo franco-olandese ha aggiornato a settembre il piano Transform 2015 avviato all’inizio del 2012 con circa 2.800 nuovi tagli al personale i cui effetti sui conti non si produrranno prima di due anni.

Quanto ad Alitalia, è lunga la lista delle lamentele che arrivano da Oltralpe. Innanzitutto ci sono le trattative con i creditori. “Conosciamo il risultato, ma non siamo stati inclusi nel processo delle trattative, e vorremmo essere inclusi, per non scoprire alcuni risultati solo alla fine”,ha detto l’amministratore delegato di  Alexandre de Juniac, ricordando che con il vettore italiano c’è un rapporto da “partner leali” e che in ogni caso il gruppo franco-olandese ne è “l’azionista principale”.

Quanto alla ricapitalizzazione il manager ha ricordato che Air France-Klm ha posto“condizioni molto strette dal punto di vista industriale, sociale e finanziario e chiare fin dall’inizio  per aiutare Alitalia e se non saranno accettate “non avrà un approccio positivo” alla partecipazione all’aumento di capitale.  “Avremmo apprezzato essere informati piuttosto che scoprire i risultati delle discussioni alla fine – ha aggiunto -. Siamo partner leali di Alitalia e ci aspettiamo la stessa cosa da parte della compagnia italiana. Siamo partner seri e vogliamo aiutare Alitalia alle condizioni annunciate”.

Le condizioni di Parigi includono in primo luogo un “forte piano industriale”, che preveda il mantenimento delle rotte a lungo raggio, ma non un ulteriore aumento, come propongono invece alcuni soci industriali italiani. In secondo luogo, il gruppo franco-olandese richiede una revisione dell’applicazione degli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione e gli altri oneri di questa natura che pesano sulla compagnia. Infine, Air France-Klm chiede “un rafforzamento della solvibilità” di Alitalia, perché nelle sue attuali condizioni finanziarie e con il pesante piano di riassetto in corso, “non si può permettere di aprire troppo il suo portafoglio”, in particolare per quanto riguarda il rimborso dei debiti.

“Le condizioni sono molto chiare fin dall’inizio – ha ribadito de Juniac – se queste condizioni saranno accettate potremo considerare il rafforzamento della nostra partnership, se non lo sono, non andremo avanti. E’ nell’interesse di entrambe le compagnie”. Su questi punti, ha precisato, “non siamo in trattativa con Alitalia, noi siamo parte della vita di Alitalia come azionista, il principale azionista tra l’altro”, ma “le nostre tasche non sono senza fondo e non possiamo fare
tutto” soprattutto che Air France – Klm deve affrontare anche le sue problematicità. 

“Se Air France dovesse decidere di non sottoscrivere l’aumento di capitale in Alitalia è evidente che un partner internazionale forte va trovato”, ha commentato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, spiegando che tuttavia “Air France rimane il primo interlocutore, anche alla luce dei cinque anni di lavoro con Alitalia”.

Intanto dall’Europa si è levata una nuova voce contro il salvataggio pubblico di Alitalia. “Ci sono modi legali per aiutare le compagnie aeree in difficoltà, ma ci sono limiti riguardo ai ripetuti aiuti di stato“, ha detto l’amministratore delegato di Lufthansa, Christoph Franz parlando agli analisti finanziari in occasione della presentazione dei conti trimestrali. “Ripetuti aiuti di stato distorcono il livello del campo di azione. Abbiamo sempre chiesto all’Ue di attenersi alla loro politica”, ha aggiunto. L’Unione europea ha una chiara politica sui sussidi: “First time, last time”, ha poi sottolineato Franz.

 

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