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No Tav, Alberto Perino indagato per istigazione a delinquere da Procura Torino

Per questo reato la Digos di Torino ha perquisito l'abitazione dello storico leader No Tav, a Condove, in Val Susa. La vicenda è quella relativa alla pubblicazione, su alcuni siti internet delle targhe di alcuni mezzi pesanti indicati come mezzi di trasporto di alcune componenti della talpa che sta per entrare in funzione nel cantiere dell’Alta Velocità di Chiomonte
No Tav, Alberto Perino indagato per istigazione a delinquere da Procura Torino
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Istigazione a delinquere. Per questo reato la Digos di Torino ha perquisito l’abitazione di Alberto Perino, storico leader No Tav, a Condove, in Val Susa. La perquisizione è stata disposta dalla procura di Torino nell’ambito di una inchiesta in cui Perino risulta indagato.

La vicenda è quella relativa alla pubblicazione, su alcuni siti internet riconducibili al movimento No Tav e all’area antagonista, delle targhe di alcuni mezzi pesanti in transito sull’autostrada del Frejus. Benché diretti altrove, i mezzi erano ‘accusati’ di trasportare alcune componenti della talpa che sta per entrare in funzione nel cantiere dell’Alta Velocità di Chiomonte. Non è la prima perquisizione a cui viene sottoposto Perino, coinvolto anche in altre inchieste sulla protesta No Tav. La sua casa venne infatti perquisita già una prima volta nel 2011.

Nei gironi scorsi proprio Perino aveva denunciato “l’accanimento” nelle azioni dei magistrati che indagano sul movimento No Tav. Il pool dei legali a fianco dei No Tav sta valutando – spiegava – di “denunciare la magistratura per stalking”. Nelle indagini sugli attivisti No Tav, che si sono intensificate dopo l’escalation di violenza ed attentati nella scorsa estate, “non c’è più una motivazione – sosteneva Perino -. Riteniamo che sia un accanimento che va al di là di ogni senso giudiziario. Si tratta di stalking, non è più una situazione normale”.

Nei giorni scorsi Perino aveva parlato di un “autunno caldo” per la Valsusa. “Il mio intervento – spiegava – è l’espressione della preoccupazione che nutro nei confronti dell’escalation di azioni da parte della magistratura torinese. Non ho detto che avremmo fatto, ma che avremmo subito un autunno caldo, un settembre di fuoco”. Il leader storico No Tav aveva definto “legittimi” i sabotaggi: “Abbiamo fatto due assemblee popolari – rivelava – e nel corso di queste riunioni pubbliche i partecipanti hanno riconosciuto e detto che il sabotaggio, se non colpisce le persone (o meglio, se non colpisce alcun essere vivente), è una pratica assolutamente legittima e non violenta”.

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