427 mila firme, un mare di adesioni da parte di personaggi del mondo politico e culturale. L’appello del Fatto Quotidiano contro la modifica della Costituzione in poco tempo ha raggiunto proporzioni impensabili. Oggi, alla festa del Fatto in corso alla Versiliana, Furio Colombo, Lorenza Carlassare, Paolo Flores D’Arcais, Antonio Ingroia, Antonello Caporale, Antonio Di Pietro e il direttore Antonio Padellaro, moderati da Silvia Truzzi, hanno discusso della campagna che ha riscosso un successo che in poco tempo è andato oltre ogni aspettativa. “Abbiamo superato le 420mila firme, il traguardo delle 500 mila, che sembrava folle forse lo raggiungiamo – ha puntualizzato Padellaro – Intendiamo fare di queste firme che abbiamo raccolto un elemento di pressione per le più alte istituzioni del nostro Paese, a cominciare da quelle del Quirinale, per dire di fermarsi un attimo perché la Costituzione non può essere cambiata senza che il popolo italiano non ne sappia nulla, sta avvenendo tutto nelle segrete stanze”.

Il dibattito sulla Costituzione passa anche dalla possibilità di una potenziale crisi di Governo, un fatto che nell’immediato avrebbe come effetto anche l’archiviazione del progetto di modifica dell’articolo 138: “Qualunque cosa che ci porti a salvare la Costituzione è benvenuta – ha detto Furio Colombo – Non voglio fare il tifo per la caduta del Governo, che d’altra parte è un governo assurdo in una situazione assurda con una maggioranza assurda, tuttavia il tentativo di vandalizzare la Costituzione è talmente alto, talmente grande, talmente imminente che qualunque cosa è meglio”. Ancora più drastico Paolo Flores D’Arcais, secondo cui  la caduta del Governo va ottenuta a prescindere, in quanto prosecuzione del berlusconismo: “E il berlusconismo è il nemico della Costituzione, è il regime che odia la Costituzione italiana e cerca di ridurla in macerie”. Tuttavia secondo Flores D’Arcais far cadere questo esecutivo non significa affatto salvare la nostra carta fondamentale: “Ci vuole una mobilitazione civile del paese, bisogna scendere in piazza” perché “finché ci limitiamo ad un atteggiamento difensivo siamo perdenti”.

Anche secondo il leader Azione Civile, Antonio Ingroia non basta la crisi di governo: “Serve che finalmente si dia la voce ai cittadini. Questo parlamento di nominati deve concentrarsi sulla legge elettorale, per tornare al voto e con un Parlamento più democraticamente eletto si può anche aprire un ampio dibattito nel Paese per una riforma della Costituzione”.  Il punto, secondo Ingroia, è che “quello su cui sta correndo questa maggioranza è un disegno di tipo restauratore della stessa linea del progetto piduista di Licio Gelli, progetto che Silvio Berlusconi ha portato coerentemente avanti per vent’anni e oggi continua a farlo con la complicità della classe dirigente del Pd”. 

Sul palco della Versiliana la più ottimista è la costituzionalista Lorenza Calassare, secondo cui: “la modifica non passerà perché non posso pensare che in questo Parlamento si trovi la maggioranza dei due terzi per modificare la Costituzione in un modo così indegno”. In collegamento video con il palco della manifestazione c’era anche Antonio Di Pietro che ha condiviso le valutazioni degli altri ospiti sulla necessità di una grande mobilitazione popolare a difesa della Costituzione, esprimendo amarezza per quei costituzionalisti che si stanno piegando alla prospettiva di una modifica dell’articolo 138. 

Durante il dibattito è stato anche toccato il tema della legge elettorale che, a detta di tutti, dovrebbe essere la vera priorità per sfuggire alla morsa di un Parlamento di nominati. A questo proposito, prima Lorenza Calassare, poi lo stesso Di Pietro, hanno rivolto un appello a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle: “Questo governo prima cade meglio è, ma se torniamo a votare con questa legge il giorno dopo ci troviamo di nuovo con lo stesso problema. Non dico di fare accordi di governo, ma date almeno una mano a cambiare la legge elettorale”. 

Applausi a scena aperta per Furio Colombo che, ricordando il lungo elenco di scempiaggini partorite in Parlamento dagli esponenti del Pdl, ha sottolineato come: “solo l’estraneità assoluta con questo magma di alieni può riportare l’Italia alla democrazia”. 

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