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Agcom, calo tariffe per il rame. E Telecom congela lo scorporo della rete

L'Autorità guidata da Marcello Cardani ha tagliato da 9,28 a 8,68 euro (-6,47%) il canone per l’ultimo miglio (unbundling local loop) e l'azienda ha già calcolato che la manovra impatterà per 110 milioni di euro in termini di ricavi su base annua rispetto al 2012
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Agcom decide il calo delle tariffe 2013 che gli operatori pagano a Telecom per i servizi sul rame, con l’obiettivo di stimolare la concorrenza. Una delibera a seguito della quale Telecom decide di congelare lo scorporo della rete e che si riflette sui mercati. Martedì mattina il titolo ha aperto in ribasso a Piazza Affari dove poco dopo l’inizio delle contrattazioni ha ceduto il 2,86%. L’Autorità guidata da Marcello Cardani, che per la prima volta da alcuni anni riduce i guadagni del gruppo, ha infatti tagliato da 9,28 a 8,68 euro (-6,47%) il canone per l’ultimo miglio (unbundling local loop) e Telecom ha già calcolato che la manovra impatterà per 110 milioni di euro in termini di ricavi su base annua rispetto al 2012.

“I prezzi si riferiscono al solo 2013 e non hanno un legame diretto con quelli del triennio successivo, che sono oggetto di un distinto procedimento, né, tantomeno, influenzano la valutazione circa l’impatto dello scorporo della rete fissa sulla regolamentazione futura”, ha precisato oggi l’Authority ricordando che solo a settembre si aprirà il capitolo ‘nuova disciplina’ e che “in quel contesto saranno anche fissati i prezzi dei servizi in rame che, in linea con quanto prevede la bozza di Raccomandazione comunitaria, avranno una traiettoria sostanzialmente stabile. Sempre in questa occasione, infine, si potrà valutare se estendere di un anno il glide path, aggiungendo il 2017, così da accrescere la certezza regolamentare per gli operatori”, prova a rassicurare Agcom confermando il giudizio “globalmente positivo già espresso”. Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, fa sentire la sua voce e in attesa del parere della Commissione Europea sulla delibera, auspica che “l’Agcom riveda le proprie decisioni e che a livello politico si apra in Italia un dibattito volto a valutare le conseguenze delle attuali decisioni, che se ratificate, comporteranno inevitabilmente riflessi molto negativi sulla dinamica degli investimenti e dell’occupazione”.

L’Autorità ha motivato la scelta attraverso un’analisi anche tecnica. “Tutti i principali canoni mensili dei servizi wholesale risultano in discesa rispetto a quelli in vigore”, ha sottolineato in una nota. Così il bitstream passa da 19,50 euro a 15,14 euro; il canone Ull da 9,28 a 8,68 euro (-6,47%) mentre per il servizio Wlr, il canone passa da 11,70 a 11,14 euro nel 2013 (- 4,79%). “Ora – viene spiegato – la proposta di decisione viene inviata a Bruxelles per il consueto parere. Successivamente, comunque ben prima della fine dell’anno, l’Autorità assumerà la decisione finale”. A settembre, poi, ci sarà la definizione delle condizioni tecniche ed economiche dei servizi in fibra

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