Non bastava l’andamento della gestione ordinaria che a distanza di cinque anni ha riportato la compagnia al capolinea, ora per Alitalia spuntano anche i fantasmi del passato. A fugare gli ultimi dubbi sull’efficacia del piano Fenice di Corrado Passera e Silvio Berlusconi per il cosiddetto salvataggio della compagnia di bandiera, infatti, è arrivata la Guardia di Finanza.

Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle di Roma hanno contestato ad alcune società estere, a suo tempo controllate da AirOne, violazioni tributarie per circa 33 milioni, oltre sanzioni. A renderlo noto è stata la stessa Alitalia precisando che queste violazioni sarebbero state commesse nel periodo 2002-2008 e quindi ascrivibili esclusivamente alla passata gestione da parte del Gruppo Toto.

L’integrazione di AirOne con Alitalia era stata un perno chiave nel piano Fenice elaborato da Intesa Sanpaolo all’epoca guidata da Passera e storico creditore della società dopo la ex Capitalia di Cesare Geronzi (oggi Unicredit). Ora il gruppo di Roberto Colaninno capofila dei “capitani coraggiosi” che rilevarono la compagnia, si riserva di far valere le proprie ragioni anche contrattuali nelle competenti sedi fiscali e giudiziarie.

Dal canto suo il Gruppo Toto informa di aver  preso atto “con sorpresa” della notizia e “conferma l’assoluta correttezza amministrativa e fiscale che ha guidato tutta l’attività svolta negli anni in cui ha fondato e mantenuto il controllo della società AirOne e si riserva, all’esito di una verifica delle contestazioni di cui viene a conoscenza a mezzo stampa, ogni valutazione in merito e ogni azione, anche a tutela del proprio nome, per la diffusione della notizia”, come riporta una nota.

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